lunedì 14 febbraio 2011

ANTONELLO VENDITTI, “QUANT'È DIFFICILE FARE QUALCOSA DI NUOVO"

5 giugno 2008 - Presentata da Rossella Brescia e Cristina Chiabotto, questa sera su Italia 1 andrà in onda la seconda serata dei Wind Music Awards 2008, assegnati agli artisti italiani che hanno venduto oltre 150mila copie dei loro dischi e 30mila per i dvd. Sul palco stasera si susseguiranno i vincitori Gigi D'Alessio, Elisa, Giorgia, Gianni Morandi, i Pooh, i Nomadi, Claudio Baglioni e Giovanni Allevi. Inoltre la Fimi assegnerà un premio ai Sonhora, ai Baustelle, ai Finley e ai Fabri Fibra per essersi contraddistinti, mentre Massimo Ranieri riceverà un riconoscimento dalla Pmi.

Tra i premiati di ieri sera c'era anche il cantautore romano Antonello Venditti per il fortissimo riscontro ottenuto col suo ultimo cd "Dalla pelle al cuore" (300mila copie), pubblicato nel novembre 2007 per SonyBMG Music, e con il tour che ha registrato il sold out in tutte le tredici date nei Palasport.
Il 16 giugno, a sedici anni di distanza dall'ultimo concerto allArena di Verona, tornerà ad esibirsi nel prestigioso anfiteatro con un evento che anticipa il tour estivo organizzato da Friends & Partners: il suo giro musicale riprenderà il 4 luglio a Verbania per concludersi il 4 settembre a Napoli.
Tornare all'Arena di Verona è davvero emozionante - dichiara il cantautore - anche se non avrò manco il tempo di provare.
Come mai?
L'Arena si apre a questi eventi ogni tanto e solo per quella data precisa. Quindi, noi arriveremo proprio il 16 giugno e il concerto verrà effettuato senza prove, non sappiamo quello che accadrà: non so che scenografia sovrastare, che cosa e quando montare; insomma, l'aspetto artistico diventa precario: non penso ad altro. E' un ritorno emozionante che comporterà una fatica bestiale.
Alcuni suoi fan lamentano il fatto che durante i concerti non suona più il pianoforte. Perché?
E' una scelta fatta nel 2004 da Campus live in poi, frutto di una questione artistica e personale allo stesso tempo. Rinunciare al pianoforte mi è però servito ad ottenere un concerto energico, rapido, teatrale, con un inizio e una fine, quasi blindato.
Potrei benissimo riprendere a suonarlo ma in questo tour non ne ho mai voglia o desiderio.
Quando tornerò a farlo, sarà in chiave acustica come ho sempre fatto: provenivo da tre anni di solo pianoforte grazie al quale ho potuto ri-arrangiare pezzi come Ci vorrebbe un amico e Roma capoccia, forse il più bell'arrangiamento della mia vita.
Per ora è  come un feticcio: sta sulla destra del palco.
Tocco il pianoforte solo per creare e diventa uno strumento come un altro. Per come lo suono io tutto quello che perdo adesso lo ricapitalizzo.
In che senso?
Nessuno riesce a cantare le mie canzoni come lo faccio io. Sono infatti uno dei pochi cantautori che non ha una tradizione di cover ed è contemporaneamente un pregio e un limite. Nessuno fa i dischi come me, che vi studia dalla prima all'ultima nota, dal primo all'ultimo giorno: un divertimento che però comprende anche il tormento. Certi miei arrangiamenti sono davvero complessi anche se arrivano piani al pubblico: ho la capacità di rendere semplici cose complicate, un po' quello che diceva nelle sue Lezioni americane Italo Calvino
Contento dei risultati ottenuti con Dalla pelle al cuore?
Contentissimo. Essere creativi e originali ottenendo pure risultati di vendita è molto difficile. Mi fa capire che si può fare sempre meglio e che ho sempre un futuro davanti: il fatto che al concerto vengano persone per ascoltare le canzoni nuove mi riempie di orgoglio. Ciò significa che non ho bisogno per forza di antologie per avere dei risultati, anche se Diamanti è andato benissimo. E' il problema della musica in generale e non solo italiana: si vende il gi àsentito, raccolte con fagottate del passato che ritorna.
E' appena uscito il nuovo singolo Un comunista al sole...
In Italia basta sparare qualsiasi stupidaggine politica o solo riecheggiarla in un titolo che viene subito ripresa dai giornali. E' successo con questa canzone, che voleva essere solo un motivo per l'estate, una scanzonatura come In questo mondo di ladri, ma forse è stata profetica.
A novembre non pensavo che sarebbe andata così e nemmeno che ci sarebbe stata una crisi di governo e forse volevo dare un poco di speranza (ride, ndr). Ho nel cassetto un video-ombra del brano: l'ho visto ma se va in onda ho chiuso.
In quattro minuti volevo raccontare tutta la storia del comunismo ma questa canzone è troppo carina per essere distrutta dalla storia e forse non ha bisogno di essere accompagnata da un video.
Ai Wind Music Awards verranno premiati tutti i cantanti convenuti. Crede che i cantanti italiani si presenterebbero ugualmente se ci fosse il rischio di non vincere?
Non siamo abituati alla durezza del confronto: siamo sempre invidiosi di chi vince dimenticando che deve vincere la musica di qualità. Ci vorrebbe forse più sportività, il che diventerebbe uno stimolo e una ricerca della qualità stessa. In Italia siamo abituati ad avere la sicurezza dei premi e vince solo chi va a ritirarli: proprio una pessima abitudine. Giovanni Zambito.

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