domenica 20 febbraio 2011

INTERVISTA A FABIOMASSIMO LOZZI, REGISTA DEL FILM “ALTROMONDO”

Prodotto da Ferdinando Vicentini Orgnani per Alba Produzioni, dal mese di aprile uscirà in dvd il film “Altromondo” diretto da Fabiomassimo Lozzi incentrato sul tema dell’omosessualità, un invito a lottare contro l’omofobia e la paura delle diversità. La pellicola (durata: 1h e 48’) parteciperà prossimamente a rassegne e festival e fra i principali interpreti vede Francesco Apolloni, Salvio Simeoli, Simone Montedoro, Davide Ricci e molti tra i più bravi attori dell’Actor Center di Roma.  
Altromondo traccia un percorso molto personale dello sviluppo dell’identità omosessuale maschile in Italia, partendo dalla negazione della stessa, attraversando gli stereotipi, i pregiudizi, i fantasmi, le ossessioni e le diverse realtà sommerse per arrivare alla formazione e accettazione di un’identità e di un’anima omosessuale pienamente espressa. Altromondo si presenta come un film di sperimentazione, fra opera teatrale e documentario: “La cosa principale - dichiara il regista Fabiomassimo Lozzi - è stata innanzitutto il bisogno di raccontare una storia vera: la molla che ha fatto partire tutto è stata la necessità di restituire la verità di alcune interviste contenute nei libri “Pornocuore” e “I Mignotti” che Antonio Veneziani e Riccardo Reim con gli attori dell’Actor Center hanno riadattato in monologhi”
Come s’incontrano cinematografia, teatro e documentario?
“Dalla base documentaristica si è passati al lavoro di creatività inteso non come una replica, che ha permesso di trovare un’interessante soluzione per un modo di esprimersi che fosse teatrale e cinematografico insieme. L’impianto è già teatrale in quanto l’attenzione primaria si riversa sulla recitazione dell’attore. Al cast ho chiesto di mantenere alto il senso di teatralità pensando che stavamo rappresentando una verità, filtrata attraverso l’elemento creativo. La parte cinematografica entra in gioco con l’occhio del regista e la macchina da presa. La sfida più accattivante era sperimentare in quanti stili e modi potesse essere reso un monologo, adattandolo di volta in volta ad ogni personaggio”
L’argomento dell’omosessualità a tuo avviso non è mai stato finora affrontato seriamente o adeguatamente dal cinema italiano?
“Viene affrontato raramente, ed è abbastanza carente se raffrontato al cinema statunitense o europeo in generale. Mi vengono in mente i tentativi di Laura Moscardin e Corso Salani, ma siamo ancora lontani. Negli ultimi anni in Asia c’è stata un’esplosione in termini commerciali e di cassetta delle storie d’amore omosessuale, di cui le ragazze in Giappone vanno matte. In Italia non ci si può affidare solo a Ferzan Ozpetek, nella cui narrazione personalmente non riconosco la mia realtà di omosessuale italiano”
La critica di “Altromondo” nei confronti della Chiesa in che termini si pone?
“Si può parlare di istituzione e non più di religione secolare: la Chiesa fa delle affermazioni estremamente pesanti nella consapevolezza che ogni qualvolta lo fa, si assiste a un chiaro aumento di manifestazioni omofobiche, cosa che lo stesso Ratzinger ha riconosciuto, sostenendo però che nonostante tale nesso, la Chiesa non può esimersi dall’esprimersi in quei modi verso gli omosessuali”
Altre religioni sono ben più dure di quella cattolica…
“Credo lo siano le religioni di matrice giudaico-cristiana e quella musulmana, che addirittura vedono nell’omosessualità un pericolo al loro fondamento. Altre religioni, invece, hanno cercato una collocazione per ogni espressione dell’animo umano”

Ce n’è anche contro la politica…

“Non vorrei passare per qualunquista, ma i Governi continuano ad alternarsi senza che si realizzi mai qualcosa di concreto. Quello uscente non ha mantenuto le promesse perché impossibilitato da una natura di forte compromesso con varie formazioni politiche. Dal Governo precedente si ricordano brutte espressioni omofobiche”
Quali ostacoli ha incontrato il film nel suo percorso?
“Il primo di ordine interiore: per il tipo di società in cui ci troviamo sembrava una follia affrontare la tematica. Poi, una volta deciso di essere del tutto indipendenti e non accettare finanziamenti, nella creazione del film c’è stata un’adesione entusiasmante ed estremamente travolgente del cast: 55 giovani attori si sono dati al progetto con alto spirito di partecipazione e d’impegno morale. È stata la spinta più grossa del film: il loro lavoro e la loro passione mi ha ispirato a dare il meglio”
Perché è più facile che venga veicolato un messaggio come quello della canzone di Anna Tatangelo piuttosto che un film come Altromondo?

“Meno male che c’è: sono contento che l’abbia portato a Sanremo e spero sia di esempio per altri artisti. Si rivolge a un pubblico più vasto ed è giusto che sia così. mi ha più colpito un’altra canzone che parlava di un amore lesbico tra le giovani proposte: eliminata, è passata in sordina”. Giovanni Zambito.

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