lunedì 11 novembre 2013

Parla Gabriele Paolini, collezionista di personalità e narciso coi piedi per terra: "soffro della patologia di narcisismo"

Il quasi trentatreenne Gabriele Paolini è uno di quei personaggi che o si ama o si odia: fino a poco tempo fa lo si vedeva fare a sorpresa vere e proprie incursioni durante qualche ripresa televisiva o nei notiziari con tanto di collana costellata di profilattici, subendo molte denunce. Una recente sentenza però gli ha dato ragione con una motivazione importante: il giudice romano Francione, accogliendo le tesi del P.M. Gianluca Mazzei, ha affermato che Paolini ha “legittimamente esercitato il suo diritto di libera espressione del proprio pensiero”.
“Io sono un ex ignorante", dice: "E' difficile potermi definire in una maniera differente e così passo il mio tempo a colmare la mia grande ignoranza”.
Gabriele Paolini "in azione"
In che modo?
“Leggo otto libri al mese, sette quotidiani, tre-quattro telegiornali al giorno. Mi ritengo un collezionista di personalità e quando me lo chiedono firmo con piacere le mie dediche guardando negli occhi la persona che mi sta davanti, ne scruto le mani e le dita. La maggior parte di coloro che incontro è simpatizzante nei miei riguardi; certo, c’è anche chi si chiede perché lo faccio. Posso affermare però che al 60-70% ispiro simpatia, il 30% mi odia a livello di pelle. Poi c’è un buon numero di persone che è sinceramente affezionata a me, che sa della mia pignoleria, che sa quello che faccio”.
Recentemente non ti si vede più fare incursioni nei tg, vero?“È così. Dopo la clamorosa sentenza del giudice Gennaro Francione e del pm Mazzei e le ragioni dell’assoluzione rispetto ai miei inquinamenti televisivi: detengo il Guinness dei Primati con ventimila presenze certificate a meno di un anno fa. Così ho detto basta alle dirette visto che mi hanno assolto e perciò non ha più senso continuare a farlo. In un certo modo continuerò a essere presente ma non posso ancora rivelare come: si saprà qualcosa fra qualche mese. Farò delle apparizioni che io definisco ‘installazioni artistiche’ in omaggio ad Adolf Wolfli, il vero maestro di Andy Warhol”.
Ti aspettavi una sentenza simile?
“Onestamente no: le tredici pagine dell’assoluzione mi hanno veramente gratificato giudicandomi come il primo personaggio ad aver creato uno stile; è una tappa di storia della giurisprudenza. Per la prima volta rivelo che assistito dai miei legali di sempre, Lorenzo La Marca e Massimiliano Kornmuller, querelerò Mentana e Mediaset per le tre puntate di ‘Matrix’ andate in onda appena un mese fa. Hanno tagliato gravemente parti della registrazione della seconda puntata in cui sono stato ospite con Emilio Fede togliendo il significato delle mie affermazioni e presentandomi come una persona che ha detto molte cose ma in maniera confusa: di tutt’altro stile rispetto a quel signore che è Luciano Rispoli e la produzione del suo ‘Tappeto volante’”.
Rispetto a che cosa le tue parole non sono state ben capite?“Non si sono capite bene le ragioni dei miei due tentativi di suicidio: volevo farlo come forma di provocazione, ma in tanti mi hanno scritto affermando che io servo più da vivo”.
Uno dei tuoi punti fermi è la lotta contro la pedofilia…“Ho consegnato 55 pedofili di cui uno solo è in galera. Nel mio primo film hard ho raccontato la mia vicenda personale, di quando cioè all’età di diciassette anni, quando mi prostituivo, un mio amico prete mi ha usato violenza. Adesso l’ho perdonato e lui ha abbandonato la professione, costretto pure dal Vaticano”.
Invochi la pena di morte nei loro confronti…“Fondamentalmente sono contro la pena di morte e i Paesi che l’adottano. In effetti dovrei esprimermi meglio: sono favorevole solo per certi pedofili le cui vittime hanno meno di dodici anni”.
Ci sono addirittura dei fans club: che cosa amano in te i fan?“Sono undici i fans club ed entro giugno nascerà il dodicesimo a Cagliari. I fan amano il mio spirito libero e il mio motto è ‘Cogito ergo sum’ dove ‘sum’ ha il significato di esistere per il solo fatto di ragionare”.
Fra le tue incursioni quale ricordi maggiormente?“Cito un solo caso: il calcio che mi diede Paolo Frajese che mi ha consacrato alla popolarità e per quell’episodio dalla Rai ho ricevuto un risarcimento di 40 milioni di lire”.
Una cosa detta su di te che ti ha particolarmente ferito?“Cito Roberto Bernocchi, il figlio di Piero, portavoce dei Cobas. È stato il mio ragazzo, la persona più importante per me dopo i miei genitori e mi ha denunciato per tentata estorsione: ho provato un dolore immenso”.

Gabriele Paolini con Papa Giovanni Paolo II
Sul tuo sito parli di sessualità, arte, recensioni, hai scritto il libro “Io, pagina ribelle” (Fabio Croce editore, pp. 103, 13,00 €): non è un po’ troppo? Viene facile chiedersi: ma chi si crede di essere questo?
“Ma io soffro della patologia di narcisismo: sarei un cretino se lo negassi. Ma sono un narciso coi piedi per terra: anche quando sono stravolto rispondo a qualsiasi persona che mi elogi o mi insulti. Non sopporto chi mi picchia e poi scappa: a quel punto diventa violenza. Non esiste alcun personaggio che sul sito mette il proprio numero di cellulare a cui risponde personalmente e sono sempre disponibile con chi vuole conoscermi”.
Come ti sostieni economicamente?“Grazie alla mia immagine e ai miei film hard. Non dico quanto ma paghiamo bene anche chi vi prende parte e tutti i maggiorenni possono farlo”.
Credi in Dio?
“Ho sempre creduto in Dio in ogni secondo della mia vita, ma non credo nella Chiesa. Devo ammettere però che presto andrò a pregare a San Pietro e cercherò di rispettare i cristiani visto che per certe cose mi accordo di aver esagerato come quando dissi che il Papa era gay”.
A proposito, andrai al Gay Pride?“Mi hanno invitato ma non ci andrò. Il Gay Pride è una stronzata: non ha senso ormai. È come se io volessi andare all’Etero Pride”.
Giovanni Zambito (affaritaliani.it del 15 giugno 2007)