mercoledì 16 febbraio 2011

Adriana Volpe, ‘the body’ della tv italiana: “Io e il mio corpo? Grandi complici!”

30 novembre 2007 - Da circa otto anni allieta i telespettatore durante il fine settimana su Raidue con "Mattino in famiglia" e "Mezzogiorno in famiglia", programma che deve il suo successo al mix fra l'attualità, i momenti giocosi e allegri e anche l'avvenenza della conduttrice Adriana Volpe, non per niente chiamata ‘the body’: “Col mio corpo - confessa - ho un rapporto di grande complicità: ne valorizzo i punti di forza mentre cerco di assecondarne alcuni difetti”.

A quali difetti ti riferisci in particolare?
“Ho le orecchie un po’ a sventola e quindi porto sempre i capelli lunghi; non andrò in giro con un taglio corto. Ecco, cerco sempre di ascoltare il mio corpo e di venire incontro alle sue richieste”.
In che senso?
 “Personalmente non amo il freddo e quindi durante la stagione invernale faccio molto sport al coperto, al chiuso: non sono una fanatica della corsa e non mi vedrete mai correre sul lungotevere o sotto la pioggia. D’estate, invece, corro almeno quarantacinque minuti e pratico sport nell’acqua”.
Nelle prime edizioni del programma eri l’esuberante protagonista di giochi quali ‘La piscina’ e ‘La trappola’ che mettevano in evidenza la statuaria bellezza del corpo. Adesso, invece, appari molto più controllata: quale dimensione ti appartiene maggiormente?
“Credo entrambe; oggi conduco più di cinque ore di diretta al giorno: bisogna di certo essere camaleontici e duttili, ma non puoi passare da un’intervista al prof. Veronesi a un tuffo in piscina. Non sarebbe credibile gestire così momenti importanti della trasmissione: se ce ne fosse bisogno cederei degli spazi appositi alle nuove leve. Credo rappresenti una crescita fisiologica nella vita. Preferisco un approfondimento di uno spazio legato più all’attualità ed essere più incisiva in quello che dico e domando piuttosto che come appaio”.
Rimanendo nella fascia mattutina, ti piacerebbe condurre programmi più marcatamente giornalistici come ‘Uno mattina’ e ‘Omnibus’?
 “Ma sono già simili al ‘Mattino in famiglia’ dove trattiamo di argomenti seri e attuali: i momenti d’intrattenimento sono limitati a brevi spazi”.
Non ti viene voglia di cambiare e fare qualcos’altro?
“Il programma dura nove mesi, da settembre a giugno, e mi garantisce continuità con la presenza settimanale. Perché lasciarlo? Magari mi auguro che mi aggiungano qualcosa e mi facciano fare qualcos’altro contemporaneamente come altri conduttori che si cimentano in più trasmissioni: questo sì!”
Oggi qual è la tua vera ambizione?
 “Il mio massimo obiettivo è quello di durante nel tempo: tutti quelli che hanno iniziato con me ai tempi di ‘Non è la Rai’, fanno tutt’altro, giusto la Marcuzzi ha continuato nel settore e in giro non si vedono tante conduttrici intorno ai trent’anni. La mia vera ambizione è durare nel tempo e aggiungere anno dopo anno un mattone solido nella costruzione della mia carriera”.
Come funziona l’interazione con Timperi?
“Siamo una coppia abbastanza complementare: sono esattamente l’opposto di lui che tende ad evidenziare i lati negativi delle storie che trattiamo con un profilo pessimistico nella lettura del proprio orizzonte. Da parte mia, al contrario, c’è la valorizzazione dei lati positivi e solari: siamo come il dì e la notte, il chiaro e il buio”.
Quale vantaggio porta alla conduzione tale diversità?
“Le nostre diverse identità ci permettono di affrontare un tema dandone un’ottica il più possibile a 360°, completa”.
E con l’esigente Michele Guardì?
 “Lui è un grande maestro e se ci pensi sono le persone severe quelle che veramente lasciano e trasmettono qualcosa. Se devi crescere, hai bisogno di rimproveri e di tanti ‘no’: quando però ti senti dire ‘brava’ da chi si mostra così esigente, il complimento vale quanto una laurea ad honorem e significa che hai dato il massimo”.
Ti ha quindi aiutata moltissimo…
“Mi ritengo estremamente fortunata e privilegiata ad avere avuto per anni una persona che riesce a trasmettere il mestiere: non ci sono scuole che ti insegnino a condurre bene un programma o a diventare un bravo showman. Lo impari sul campo e se hai la fortuna di lavorare con gente di grande qualità: non capita molto spesso…”
Nel tuo sito ufficiale vieni presentata anche come cantante. Ma quando mai?
 “Se c’è scritto così, lo farò immediatamente togliere. Non posso definirmi una cantante: in passato mi sono molto divertita ad andare in giro con una band per cantare brani che vanno dagli anni ’60 agli anni ’80, da Battisti a Sanremo, ma non sono una cantante”. Giovanni Zambito (www.affaritaliani.it).

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