martedì 22 febbraio 2011

Fiordaliso: "Che brutta bestia, l'età"

7 marzo 2006 - Cantante di brani rimasti nella memoria collettiva (primo su tutti Non voglio mica la luna), Marina Fiordaliso entra tutti i giorni nelle case degli italiani col programma di Raidue “Piazza Grande” in onda dal lunedì al venerdì nella fascia di mezzogiorno. Adesso torna a teatro nel musical “Menopause” insieme ad altre tre artiste di gran livello: Marisa Laurito, Fioretta Mari e Crystal White. Ci racconta dell’inizio di quest’avventura ma anche di che cosa significa oggi essere donna.

Com’è nata la tua partecipazione al musical "Menopause"?“La regista Manuela Metri mi ha vista a 'Piazza Grande', mi ha chiamata e io mi sono innamorata dello spettacolo. Subito da parte di tutte e due c’è stato un consenso e quindi è nata così. Avevo paura di non farcela con la memoria, visto che l’ultima volta che ho fatto teatro è stato undici anni fa con il musical 'Fratelli di sangue' però poi non ho fatto niente. Ero terrorizzata prima di tutto di lavorare con Fioretta, fissata giustamente con la dizione. Per fortuna qui interpreto un’attrice che parla emiliano... Mi sto divertendo anche con i balletti e ci provo davvero gusto”.
In Italia si sa che l’eclettismo è una dote per la quale bisogna quasi chiedere perdono. Da cantante ti stai cimentando in altri ruoli come l’intrattenitrice in tivù e adesso a teatro. Non temi di disorientare un po’ i tuoi ammiratori o chi ti conosce per i tuoi successi discografici?
“In America un artista per essere completo deve saper far tutto, in Italia se fa tutto non va bene. Fare teatro, musical e anche televisione serve ad arricchirti. Per esempio, da quando faccio tv vado sul palco più sicura anche nel parlare, facendo le pause giuste: stare su un palco non vuol dire solo cantare ma anche comunicare; anche nei movimenti adesso risulto più sinuosa e più matura”.
In “Menopause” interpreti la parte di una donna che punta tutto sull'aspetto esteriore: che rapporto hai con la bellezza e con il tempo che passa?“Mi ci ritrovo: ho un brutto rapporto con l’età che passa e quindi tutte le pastiglie di vitamine che posso ingurgitare sono mie. Vado dal dottore per un trattamento laser per il ringiovanimento della pelle. Ogni mattina mi sveglio alle sei, vado a correre, faccio i pesi: insomma mi curo molto”.
Che si prova a lavorare in un ambiente prettamente femminile? Non c’è stata alcuna scaramuccia?“È una cosa magica. Sono quasi preoccupata perché non c’è stato nessuno screzio. Amo molto Marisa: con lei c’è un particolare feeling visto che siamo compagne di merenda e quindi assieme a una grande artista ho scoperto un’amica nuova”.
Quale brano da te interpretato può benissimo rappresentare te in questo momento della tua vita e della tua carriera?Fatti miei, un pezzo scritto da Zucchero per un Festival di Sanremo (1986, ndr): una delle canzoni più belle che io abbia mai cantato ma che non è stata capita: a livello di vendite è il brano che ha sofferto di più tra quelli presentati a Sanremo. Il mio sogno è quello di interpretarlo con Tina Turner e lo realizzerò”.
La presenza quotidiana su Raidue in “Piazza Grande” ti dà una popolarità continua. Ogni tanto do un’occhiata al programma: non ti annoi proprio? Sembra così stantio…
“È una trasmissione classica ma con Magalli come fai ad annoiarti? È imprevedibile: un giorno mi insulta, un altro mi ama. Con lui mi diverto come una pazza”
Ma Guardì non è un despota?
“Non con noi. Con noi è completamente diverso, è cambiato, è un angelo forse perché siamo un team che insieme lavora bene senza alcun problema”
Allo spettacolo “Menopause” sono associate lodevoli iniziative volte alla valorizzazione della donna e alla “salvaguardia” della propria salute e dignità. Quale retaggio ancor oggi le donne devono superare per vivere meglio?“La donna forse è sempre stata trattata male visto che si deve destreggiare fra mille cose: lavoro, casa, famiglia. Secondo me, la donna può essere aiutata se anche l’uomo si prende le sue responsabilità: se va a fare la spesa pure lui, va a prendere il figlio a scuola… Bisogna veramente dividere i compiti perché noi donne facciamo un lavoro abnorme e ciò ti fa capire quanta forza abbiamo”.
Nel tempo è cambiato in te l’essere donna?
“Mi piace da morire essere donna. Non potrei mai pensare di diventare un uomo. Se tu potessi vedere tutto quello che riesco a fare ti spaventeresti. Ho mantenuto da sola due figli lavorando, facendo la mamma sempre presente con un’energia incredibile, quindi sono fierissima di essere donna. Se potessi rinascere un’altra volta, vorrei essere un’altra volta donna”. Giovanni Zambito (www.affaritaliani.it).

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