lunedì 21 febbraio 2011

Tv/ Beppe Fiorello mette in fiction Giuseppe Moscati, il medico dei poveri fatto santo da Wojtyla

22 settembre 2007 - Su Raiuno nella prima serata di mercoledì 26 e giovedì 27 settembre andranno in onda le due puntate della fiction “Giuseppe Moscati - L’amore che guarisce”, liberamente ispirata alla vita del medico dei poveri, proclamato santo da papa Wojtyla, e alla sua opera rinnovatrice nel campo della medicina e della ricerca scientifica specialmente sul glicogeno: è stato il primo in Italia a sperimentare l’insulina e a inaugurare la mutua.
Girato a Napoli e a Cosenza per gli esterni, il film-tv fa parte di quel filone che ritrae grandi  personaggi della storia poco noti, come il commissario Palatucci e Salvo d’Acquisto e altri progetti in programmazione: al Roma Fiction Fest 2007 si è aggiudicato il premio come migliore miniserie.
A interpretare la figura del medico è stato chiamato Giuseppe Fiorello: “Non sapevo nulla di questo personaggio - ammette l’attore siciliano -; mentre giravamo ‘Salvo d’Acquisto’ nella Chiesa del Gesù a Napoli, il produttore Giussani si è accorto di questa figura e dopo aver preso delle informazioni me l’ha proposto. È un progetto pensato da anni”.
Quanto ti somiglia come personaggio?“Tra me e Moscati c’è un abisso, ma da quando ho fatto questo film sto tentando di coltivare in me quella parte che si avvicina all’altruismo e al darsi agli altri senza riserve. Non credo però di poter arrivare a quel livello: è una paura degli esseri umani”.
Rivedendoti nei panni di Moscati che cosa hai provato?
“Mi rimane una grande esperienza professionale e umana. Rivedendolo non mi ha trasmesso timore: non è un personaggio che mette a disagio perché dimostra che per essere dei grandi uomini a volte basta veramente poco. I gesti di Moscati sono molto semplici come lo stare vicino ad un malato con un sorriso e concentrarsi sulle persone con cui si ha a che fare nella vita di tutti i giorni”.
Come ti sei preparato a sostenerne il ruolo?
“La preparazione è stata più filosofica che fisica: avevo letto dei libri ma devo ringraziare il regista che a sua volta aveva effettuato una ricerca personale mettendomi a contatto con dei pezzi materiali di Moscati, facendomi vedere una sua lettera e ‘incontrare’ il suo camice. Poi ci ho messo tutta la passione imponendo a me stesso di mettere il sorriso ad accompagnare le azioni del medico, la sua voglia di guardare gli altri con gli occhi della speranza senza drammatizzare. Era da sempre uno degli aspetti di Moscati che mi ha sempre affascinato anche in uno scenario qual è un ospedale che è comunque drammatico”.
Moscati è stato santificato nel 1987: non è si corre il rischio di farlo identificare con un ‘santino’?
“È chiaro che noi tutti del cast ci siamo posti questa domanda: il rischio c’era ma è man mano sparito, cancellato ed emarginato dalla sceneggiatura che ha allontanato sempre di più il pericolo dell’incastro e riuscendo a portare il racconto verso un’umanità quotidiana di una persona che come i veri grandi volontariamente non ha mai calcolato nulla facendo diventare una grande storia tutto quello che aveva davanti”.
 Il film-tv inaugura la stagione televisiva delle fiction Rai: ti senti più orgoglioso o penalizzato per questa collocazione?
“Un po’ dispiaciuto lo sono perché ritengo che fine settembre sia un periodo poco idoneo per la messa in onda di un progetto così importante. Certo, da qualche parte bisognava cominciare e poteva succedere a ‘Guerra e pace’ o a ‘Chiara e Francesco’ piuttosto che di nuovo a me. Di contro, alla Rai mi hanno carinamente detto che porto bene”.
E il cinema?
“Se ‘Giuseppe Moscati’ fosse andato al cinema non avrebbe avuto la giusta popolarità che merita e che la televisione può dare. In Italia sussiste il pregiudizio che un attore che fa troppa tv non sia adatto a fare il cinema. È chiaro che il cinema rimane il sogno di ogni attore”
Ma c’è qualche progetto cinematografico in vista o no?
“Provengo da poco dal set di Edoardo Winspeare: nel suo film ‘Galantuomini’ ambientato nel Salento con Angela Finocchiaro e Fabrizio Gifuni interpreto un piccolo ruolo che mi ha dato l’opportunità di impersonare un uomo cattivo, border line, quindi del tutto diverso da Moscati”.
Hai diretto un recente video musicale di Silvia Salemi. Hai intenzione di proseguire nella regia?“Sì, e non solo di video musicali. Se c’è una storia interessante anche a livello di fiction”.
Il film “Giuseppe Moscati - L’amore che guarisce” è una produzione RaiFiction prodotta da Sergio Giussani e Giorgio Schottler per Sacha Film e Artis Edizioni Digitali. Fra gli altri interpreti: Ettore Bassi, Kasia Smutniak, Paola Casella, Emanuela Grimalda, Antonella Stefanucci e Carmine Borrino. Diretto da Giacomo Campiotti, è stato scritto dallo stesso regista con Fabio Campus, Carlotta Ercolino, Gloria Malatesta, Claudia Sbarigia, Lucia Zei. Giovanni Zambito (www.affaritaliani.it).

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