domenica 29 dicembre 2013

INTERVISTA ALLA CAMPIONESSA VALENTINA VEZZALI "IN BALLO" IL SABATO SERA SU RAI 1


Flavio Insinna è il ballerino per una notte della seconda puntata di "Ballando con le Stelle", lo show condotto da Milly Carlucci, in onda il sabato sera su Raiuno: il simpatico attore romano e i suoi passi di danza saranno giudicati dalla giuria formata dalla supertecnica Carolyn Smith, dal conduttore Fabio Canino, dallo stilista Guillermo Mariotto e dai giornalisti Lamberto Sposini e Ivan Zazzaroni.
Tra i concorrenti dell'edizione di quest'anno guidata dal maestro Samuel Peron, trionfatore dello scorso anno, c'è anche la campionessa di scherma Valentina Vezzali, intervistata da Giovanni Zambito.

MUSICA, INTERVISTA DOPPIA A PAOLA & CHIARA: DISCO, TOUR, SOLIDARIETÀ E LOOK

Le cantautrici Paola & Chiara Iezzi, in occasione dell’uscita del secondo singolo estratto dal loro ultimo cd “Win the Game”, si raccontano in una lunga ed esclusiva intervista doppia: il brano “Vanity & Pride” è un lavoro curato nei particolari a partire dalla copertina qui riportata: la foto è di Paolo Santambrogio, styling di Antonio Frana, make-up di Adrian Alvarado, hair di Masha Brigatti e wear di Lacoste 

 


Quale principio sin dagli esordi avete sempre tenuto presente a livello artistico e umano? 
Chiara: Il rispetto delle nostre due individualità: non è sempre stato facile. 
Paola: Abbiamo sempre tentato di seguire l’istinto, la pancia: quella sbaglia difficilmente! Quando non lo abbiamo fatto infatti abbiamo commesso errori, anche gravi, che abbiamo pagato. Siamo molto integre dal punto di vista artistico e, spesso, il primo istinto su una scelta da fare è puramente dettato dalla voglia di realizzare qualcosa di creativo e di qualitativamente alto. Sulla qualità niente compromessi o il meno possibile: è un valore che difendiamo a spada tratta sul lavoro assieme a profondità, bellezza, stile. 
Pro e contro di una profonda conoscenza reciproca come quella che c'è tra sorelle… 
 


Chiara: I pro sono molti. Siamo molto creative, insieme sappiamo fare molte cose belle tra cui scrivere canzoni e inventarci nuovi progetti: c’è complicità. Di contro a volte dal di fuori le persone possono non comprendere le nostre diversità, che sono parecchie. 
 


Paola: I pro sono che sappiamo cosa ci piace reciprocamente e cosa non faremmo, ma sono anche e soprattutto umani: sappiamo starci reciprocamente accanto senza diventare invadenti. Oggi più che mai: l’esperienza dello stare insieme, anche lavorativamente, le sofferenze, i dolori e le ferite ti aiutano a capire molte cose. Ci fidiamo l’una dell’altra. I contro sono che essendoci molta vicinanza e “confidenza” ogni tanto si va oltre… in tutti i sensi e a volte per nervosismo si usano modi poco urbani e ci si manda a quel paese con molta più facilità. L’andare oltre comprende che lo si fa anche negli orari: lavoriamo molto ed essendo “complici” in questo e amando quello che facciamo, spesso lavoriamo fino a tardi. Questo a volte non fa bene alla vita personale. Bisogna mettere dei limiti anche in quello! È una questione di auto-educazione e rispetto di sé. 
 


Dopo l’ultimo vostro Sanremo avete cambiato casa discografica: come ricordate quell’esperienza? Che cosa non funzionò? Che avete provato quest’anno ricalcando il palco dell’Ariston cantando con Zarrillo? 
Chiara: Era finito un ciclo. Personalmente sentivo che la creatività rischiava di bloccarsi e mi sono preoccupata. Ognuno, artisti e discografici, devono collaborare ma senza invadere ognuno lo spazio dell’altro. Tornare è stato come mettere pace ad una situazione. Siamo tornate per quello, non è bello vivere nel ricordo della paura di qualcosa che ti ha ferito. Sanremo per noi, quell’anno, fu molto duro e la gente lo sa. Molti giochetti, poca verità. Ma va bene, tutto e’ un test, non bisogna prendere sul personale, ognuno è responsabile delle proprie azioni, credo nel karma. Un detto inglese dice: “what goes around comes around”. Oggi stiamo lavorando molto per realizzare le cose che ci siamo prefissate. Essere liberi


Paola: Non è che abbiamo cambiato casa discografica. Dopo quasi 10 anni con la Sony, con un contratto diciamo “difficile”, con un buon background, tante cose imparate e anche parecchie scottature, come l’ultimo Sanremo, abbiamo optato per un paio di anni di fermo, anni nei quali ci siamo un po’ liberate da costrizioni varie e abbiamo pensato un po’ alla nostra vita, tirato un po’ di somme, fatto un po’ di bilanci. Periodo non facile, ma necessario. Periodo coinciso anche con l’interruzione delle nostre due relazioni d’amore più importanti. Insomma una vera rivoluzione, dove ognuna di noi ha sperimentato altre cose indipendentemente dall’altra. Tra alti e bassi, senza ben sapere dove andare, ci siamo lentamente rimesse a scrivere insieme. In inglese. Abbiamo proposto il nuovo materiale un po’ in giro, ma nessuna major ha voluto pubblicarci un album inglese. Volevano che traducessimo il disco in italiano. Lì abbiamo capito che avremmo dovuto andare verso una strada “indipendente”. Il mondo sta rapidamente trasformandosi e noi crediamo fortemente che il futuro degli artisti sia nell’essere indipendenti. Non vediamo un’altra strada, almeno per ora…Il web, alcune emittenti tv, alcune riviste ci hanno capite. Ci crediamo e andiamo avanti. Win the Game e il progetto intero si sta difendendo molto bene! È dura ma siamo soddisfatte. Ora ci aspetta il singolo estivo, il nuovo video e il “Win The Game Tour”! 
 


Siete un esempio di completa 'autogestione': vi scrivete le canzoni e ve le producete. Non è così frequente nel mondo discografico e musicale italiano… 
Chiara: Vero. Ma ogni artista fa quel che si sente. Lavoriamo molto, anzi moltissimo per guadagnare il rispetto di noi stesse nelle cose che facciamo. Ogni volta è una sfida straordinaria, molto tosta direi. Il futuro è l’autoproduzione. 
 


Paola: No, non lo è: in Italia tendiamo, un po’ per cultura un po’ per abitudine, ad accomodarci. È un paese con tantissimi pregi e qualche difetto e uno di questi è la tendenza ad essere conservatori e un po’ parrucconi. I cambiamenti e gli scossoni in Italia fanno paura, per questo a volte si va verso ciò che sembra un approdo certo e sicuro. E quel “sembra” che a noi non “sconfinfera”, perché intuiamo che in Italia (e anche un po’ nel mondo) per alcuni versi, si sta raschiando il fondo del barile. Si campa ancora sul vecchio sistema, finché ce n’è, ma tra un po’ non ce ne sarà più; bisogna giocare di anticipo e mettere da parte un po’ di timori: siamo tutti sulla stessa barca, quindi conviene che insieme si costruisca nel frattempo una scialuppa sulla quale sistemarsi momentaneamente per costruire una nuova nave…
 


Il cd "Win the game" contiene solo due canzoni in lingua italiana: una scelta dettata solo da un tentativo di varcare più facilmente i confini linguistici e geografici? 
Chiara: Dettata da un’esigenza artistica. Ci piacciono le sfide. Con l’inglese ci siamo messe alla prova, del resto anche il mio singolo solista in inglese “Nothing at all” era andato al numero 2 nella classifica.


Paola: No, non solo. Non ti nascondiamo che avendo già varcato con “Vamos a Bailar”, “Television” e “Festival” i confini italiani, ci piacerebbe poter tornare a dire “la nostra” anche fuori dall’Italia, ma scrivere in inglese è stata anche un’esigenza. Utilizziamo moltissimo myspace e il web in generale. Ogni giorno parliamo e chattiamo con persone da tutto il mondo parlando e scrivendo in inglese: oramai sentiamo che i confini linguistici si sono quasi abbattuti. Non c’è più solo l’Italia, ma c’è l’Europa e noi ci sentiamo parte di questo continente e del mondo: è una forte esigenza questa. In più ogni volta che facevamo un album in italiano poi dovevamo tradurlo e ricantarlo in spagnolo e inglese e fare i video in 3 versioni. Abbiamo ottimizzato scrivendo direttamente in inglese. Questo non significa che non canteremo più in italiano. Significa che il nostro istinto ci ha portato a scrivere “Win the Game” in inglese. 
 


Il singolo "Vanity & Pride" ha delle sonorità che richiamano quelle degli anni Ottanta: qualche riferimento straniero o italiano dell'epoca? Quali sono stati i vostri 'miti' musicali? 
Chiara: Bowie, Madonna, Michael Jackson. George Michael, Duran Duran. 
 


Paola: Moltissimi, troppi. Da Bowie ai Depeche Mode, ai Cure ,Culture Club, Wham! E poi naturalmente Madonna, Michael Jackson, Duran, Spandau, Cindy Lauper…oddio potrei continuare all’infinito sai? 
 


Chi tra voi due è più orgogliosa e chi più vanitosa? 
Chiara: C’è orgoglio e vanità in tutti noi. Sono forme di ego da tenere sotto controllo. La cosa più importante è l’amore: la canzone dice questo. 
 


Paola: C’è un po’ di entrambi questi difetti in ognuna di noi: Vanity&Pride è una canzone apparentemente leggera. In realtà il testo è molto forte, incisivo. Parla dei vizi, di quelli che accomunano l’umanità che spesso ci rendono schiavi e non ci permettono di evolverci. Parla della sofferenza di rimanere intrappolati in un cliché, della crudeltà che ogni essere umano commette verso se stesso e il proprio genere, ogni volta che cede ad un’attitudine autolesionista. Parla di come la mente, se non allenata verso un’evoluzione del pensiero, lentamente si avveleni e più in generale della dissoluzione dell’era moderna e dei rischi che il mondo sta correndo. Il brano è legato sia a un'iniziativa benefica… 
 


Chiara: Il supporto a Raising Malawi è avvenuto dopo un viaggio che ho fatto negli Stati Uniti due anni fa. Dopo aver conosciuto una persona dell’organizzazione è partito tutto. 
 


Paola: Da quando è uscito il primo singolo “Second Life” e poi l’album stiamo supportando attraverso le vendite Raising Malawi , l’associazione benefica fondata da Madonna e da alcuni esponenti del kabbalah center che si occupa di raccogliere fondi per i bambini orfani del Malawi (sono più di un milione). Chiunque voglia saperne di più può andare sui siti rasingmalawi.org e skf.org , raggiungibili anche dal nostro myspace.com/paolachiara e sito web paolaechiara.it che tra un po’ arriverà in una veste completamente rinnovata! 
 


E la collaborazione con Lacoste com’è nata? 
Chiara: Per l’immagine ci siamo ispirate alla musica, dal titolo del cd “Win the game” e insieme con il nostro consulente d’immagine abbiamo pensato a Lacoste. Il video, girato su un campo da tennis, rappresenta benissimo l’idea della sfida con se stessi. Volevamo trasmettere grinta e movimento al pubblico, come da sempre facciamo. 
 


Paola: Il rapporto con Lacoste è avvenuto attraverso la conoscenza del nostro stylist con una delle responsabili di Lacoste in Italia. Cercavamo un marchio sportivo e chic nello stesso tempo per rappresentare il concetto di “Win The Game”, ovvero “vinci il gioco”. Desideravamo accostarci allo sport e in particolare al tennis: “Come in una partita a tennis così nella vita spesso si è da soli e si deve mantenere concentrazione e attenzione per vincere delle sfide, ma la vittoria deve essere conquistata nel rispetto di valori come correttezza, lealtà ed etica; valori che lo sport rappresenta e simboleggia”. L’accostamento a Lacoste ci è parso perfetto. Un classico che diventa moderno e glam nello stesso tempo, ma mantiene il suo equilibrio nello stile chic. 
 


Parafrasando il titolo del vostro primo album, c'è qualcuno che osa chiamarvi ancora 'bambine'? 
Chiara: Mi viene da ridere: chi ha osato pensare che non saremmo durate per oltre 10 anni ha dovuto rimangiarsi tutto. Questo è molto “pride”! 
 


Paola: Sì, ogni tanto capita ancora: alcune persone sono proprio restie ai cambiamenti! 
 

Come dar loro torto? cambiare pagina è tanto difficile quanto necessario! - Giovanni Zambito. (21 maggio 2008).

FLAVIA MARRALI A SANREMO SOCIAL 2012: “CANTO LA VITA DI TUTTI I GIORNI”. L’INTERVISTA DI FATTITALIANI


Prodotta da Andrea Gallo e Mario Fabiani, la cantautrice Flavia Marrali si presenta alle selezioni di Sanremo Social con la canzone “Balla l’anima”: è possibile votarla fino alle ore 18 di domani sera e darle così la possibilità di passare a un’ulteriore scrematura che permetterà l’accesso alla categoria Giovani del Festival di Sanremo 2012. Basta cliccare sull’indirizzo www.facebook.com/SanremoSocial e seguire le istruzioni. Fattitaliani ha intervistato Flavia Marrali.

SICULIANA, PREMIO LETTERARIO "TORRE DELL'OROLOGIO". INTERVISTA A GIACOMO GUARNERI, AUTORE DI "DANLENUÀR"

Laureato in Lettere Moderne, lo scrittore Giacomo Guarneri nel 2001 ha debuttato col primo spettacolo teatrale di Davide Enia, MALANGELITA', per poi lavorare con Emma Dante dal 2003, anno in cui sono cominciate le prove dello spettacolo VITA MIA, nato da un particolare lavoro di scrittura collettiva per mezzo dell'improvvisazione teatrale. Come attore cinematografico è stato sui set di Marco Bellocchio (IL REGISTA DI MATRIMONI), Anna Negri (L'AMORE PROIBITO), Marco Turco e Andrea Porporati (IL COLPO DI PISTOLA). Nel 2008 ha iniziato a lavorare allo spettacolo DANLENUÀR, (Premio Enrico Maria Salerno per la Drammaturgia 2008 - Premio all'Autore) che ha debuttato il 1° giugno 2009 presso il Teatro Libero di Palermo. Attraverso un percorso parallelo di scrittura narrativa, il testo drammaturgico si sarebbe poi ampliato, diventando un romanzo pubblicato da Navarra Editore (pagg. 72, € 10,00) con cui il giovane autore Giacomo Guarneri, intervistato da Fattitaliani, concorre al premio "Torre dell'Orologio" di Siculiana, di cui Simonetta Agnello Hornby presiede la giuria. Domenica 3 ottobre si conosceranno i nomi dei cinque finalisti.

Soubrette, il 1° cd di inediti di Cosmo Parlato. L'intervista: "che piattume nella musica di oggi".


«Fino a pochi anni fa scrivevo canzoni per altre cantanti, da Viola Valentino a Mina, perché avevo timore e pudore di mettere a nudo le mie emozioni. Pur volendo continuare a fare l'autore per altri, oggi ho finalmente raggiunto la consapevolezza necessaria per affrontare determinati argomenti e voglio cantarli in prima persona. Vivo questo disco come il mio vero debutto».

Così commenta Cosmo Parlato "Soubrette", il suo primo album di inediti prodotto da Stefano Fontana, in uscita oggi per Carosello Records. Noto al grande pubblico come istrione del palcoscenico, il "coverista" con abiti e make up teatrale lascia ora posto al cantautore senza fronzoli.

Eldorado, il primo romanzo di Vladimir Luxuria “per risarcire la memoria degli omosessuali vittime delle SS”

Indossando “un meraviglioso abito in stile burlesque del brand PepeValenti Couture” stasera Vladimir Luxuria torna al Muccassassina, il locale romano da dove ha avuto inizio la sua carriera: è l’occasione per lanciare un messaggio importante, per la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia e in vista della grande manifestazione dell’Europride del prossimo 11 giugno. Nella serata Vladimir Luxuria presenterà il suo primo romanzo Eldorado (Bompiani, pagg. 266, € 17,50) uscito l’11 maggio: con grande pudore e fermezza denuncia le umiliazioni estreme subìte dagli omosessuali durante il nazismo e nei campi di concentramento affidando alla memoria di Raffaele di tornare indietro negli anni a rivedere l’irruzione delle SS nel locale, l’arresto, il rimpatrio per per lui in Italia, e per le colleghe Karl e Franz la tortura e la deportazione ad Auschwitz. Fattitaliani ha intervistato Vladimir Luxuria.

Musical, intervista a Manuel Frattini: Grazie a Pinocchio sono tornato a dire "papà".

Grande successo ieri sera al Teatro Sistina per il ritorno a Roma del musical "Pinocchio" della Compagnia della Rancia con le canzoni dei Pooh e la regia di Saverio Marconi. Uno spettacolo poetico e sfavillante per i suoi effetti (bellissima la scena nel mare prima che il burattino ingoiato dalla balena o quando improvvisamente il paese dei balocchi si trasforma in modo repentino e inaspettato nel  tendone da circo), i balletti, la suggestione. Tanto merito va ovviamente riconosciuto a Manuel Frattini,  l'interprete che veste oramai i panni di Pinocchio da diverse stagioni. 

SENZA SPONDE, PER TIZIANA GRASSI LA POESIA ABITA LA VITA. L'INTERVISTA

"Spasmi della memoria", "la partita della vita", "sinapsi incontrollate", "echi di gabbiano all'alba", "yogurt bianchi in odore di scadenza": sono alcune voci, parole, argomenti presi in prestito dalla quotidianità e trasformati in versi da Tiziana Grassi, giornalista, autrice tv, ricercatrice e studiosa di migrazioni, e inseriti nella raccolta di poesie "Senza sponde" (Edizioni Nemapress, pagg.72, € 12,00). Vi rientrano temi apparentemente poco poetici, che ritraggono l'esistenza zeppa di difficoltà, di dolore, di piccole gioie: la silloge ha già ricevuto più riconoscimenti (11ª edizione del Premio "Terzo Millennio", Primo Premio Internazionale di letteratura "Toscana in Poesia" e lo scorso 23 ottobre il Primo Premio internazionale di letteratura "Terre di Liguria"). Intervistata da Fattitaliani.it, Tiziana Grassi parla della concezione della poesia e del suo strettissimo rapporto con la realtà, delle donne italiane, dell'ispirazione e della composizione...".
Riportiamo di seguito il testo integrale dell'intervista, realizzata da Giovanni Zambito e pubblicata l'8 novembre sul sito www.fattitaliani.it.

IX Asian Film Festival, intervista al regista e produttore Peter Ho-Sun Chan: "fare un film è una terapia di gruppo"


La nona edizione dell'Asian Film Festival quest'anno è stata contrassegnata da due importanti novità: la prima d'ordine logistico, con lo spostamento dalla capitale a Reggio Emilia, la seconda a livello di rinnovamento e novità, con in primis la consegna del Premio alla carriera che a Palazzo Magnani è stato assegnato al cineasta Peter Ho-Sun Chan, regista e produttore di Hong Kong. Fra i suoi tanti film prodotti e/o diretti, diversi per ispirazione e genere, ricordiamo La lettera d'amore (1999), Three (2002), Perhaps Love (2005), The Warlords - La battaglia dei tre guerrieri (2007), The Eye (2008), Bodyguards & Assassins (2009). 

Teatro, Maurizio Battista a Fattitaliani presenta lo spettacolo "Oggi non è giornata". L'intervista


Videointervista a Maurizio Battista. Oggi non è giornata Scritto da Maurizio Battista, Riccardo Graziosi e Claudio Moroni. Presentato da AB Management Fedele come sempre alle tematiche del quotidiano, riviste e corrette dalla sua inesauribile vena sarcastica, Maurizio Battista presenta quest'anno un nuovo monologo (ma potete chiamarlo come volete), tutto basato su una giornata tipo. Alla consueta domanda di chi ci incontra: 'come va? Rispondiamo con la consueta risposta 'Oggi non è giornata'. Si tratta di una locuzione che appartiene al mondo del qui e adesso, un'espressione idiomatica che -negli ultimi tempi soprattutto- è diventata una sorta di intercalare di tantissime persone. Quando diciamo 'oggi non è giornata' , dice Battista, mettiamo la persona che abbiamo di fronte davanti ad un muro; più che una frase comune è un arma di difesa, un giubbotto antiproiettile. È un passe-partout che aiuta a svincolarsi da persone inopportune e circostanze irritanti.

DeAKids, Matteo Macchioni conduce "Mozart a modo mio". L'intervista

Videointervista a Matteo Macchioni. Reduce da un concerto a Bratislava, ospite alla quinta edizione del Fiuggi Family Festival, Matteo Macchioni ha presentato il talent show del canale satellitare DeAKids (Sky, 601) "Mozart a modo mio" dove racconta ai più piccoli la musica lirica. In onda dal Teatro Sociale di Como, il nuovo format televisivo è realizzato in collaborazione con AsLiCo, l'Associazione Lirica e Concertistica Italiana. I telespettatori possono vedere sia i casting e la scelta dei 3 bambini che realizzeranno i 3 videoclip in chiave rock, dance e pop sia i divertenti momenti di Matteo che con i bambini racconta la storia del Flauto Magico e di Mozart. (28 luglio 2012).

INTERVISTA A NICOLÒ ANGILERI, AUTORE DI "ANGELI E ORCHI": IL MIO LIBRO ESISTE GRAZIE ALLA MIA FAMIGLIA

Fra i libri che concorrono alla prima edizione del premio letterario "Torre dell'Orologio" ce n'è uno che parla di pedofilia, scritto da Nicolò Angileri con Raffaella Catalano: s'intitola "Angeli e orchi" (Dario Flaccovio editore, pagg. 180, € 12,00): Fattitaliani ha intervistato l'autore che si presenta così: "Sono un poliziotto da ormai 21 anni, presto servizio con orgoglio alla mitica Squadra Mobile di Palermo da 18 anni.

Intervista a Giuseppe Barcellona, autore di "Q. L'enigma del Messia": "Palermo tornerà ad essere il fiore del Mediterraneo"

Le grotte di Qumran e la città del Fiore, una setta misteriosa di monaci combattenti e le mummie della rocca di Malagia: in un viaggio tra passato e presente, alle radici della cristianità e della storia di Palermo, il libro "Q. L'enigma del Messia" di Giuseppe Barcellona (ed. La Zisa, pagg. 176, € 14,90) è un romanzo a sfondo storico che si muove fra pericolose sette, personaggi ambigui, segreti inconfessabili, morti misteriosi: partecipa alla terza edizione del Premio Letterario "Torre dell'Orologio" di Siculiana (AG) la cui madrina anche quest'anno sarà Simonetta Agnello HornbyFattitaliani, con Giuseppe Barcellona, inaugura le interviste agli autori che partecipano al concorso 2012.

Libri, "Il fox della luna" e le tante Sicilie raccontate da Angela Mancuso. L'intervista

L’attrice senza più sorriso; il vecchio che ha vissuto una vita in attesa; l’uomo che ha conosciuto l’amicizia che salva oltre la vita; la donna che racconta solitudine e al ritmo di un fox si abbandona ai suoi ricordi; la bambina di Auschwitz a cui hanno cancellato perfino il nome… Sono alcuni dei protagonisti delle storie narrate da Angela Mancuso e raccolte nel volume “Il fox della luna” (Ibiskos editrice, € 11,00) che concorre alla terza edizione del Premio Letterario “Torre dell’Orologio” di Siculiana (AG).

19 anni fa veniva ucciso Padre Pino Puglisi. Fattitaliani intervista Marco Corvaia autore di "Pino se lo aspettava"

Lo scorso 28 giugno Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto per il martirio di don Pino Puglisi, ucciso il 15 settembre di 19 anni fa in odium fidei, che consente di procedere alla sua beatificazione. Un percorso iniziato nel 1999 quando il cardinale Salvatore De Giorgi aprì la causa di beatificazione proclamando padre Puglisi ‘servo di Dio’. Con il volume “Pino se lo aspettava. Il racconto della vita e della morte di padre Puglisi” (Navarra editore, pagg. 64, € 5,00), il giovane scrittore siciliano Marco Corvaia ne fa un ritratto non come prete né come oppositore alla mafia siciliana, ma prima di tutto come uomo. Il libro partecipa alla III edizione del Premio Letterario “Torre dell’Orologio” di Siculiana: non vuole essere una cronaca, ma il ricordo di un uomo che con la sua morte ha lasciato un vuoto e di cui si sente semplicemente la mancanza. L’intervista all’autore.

LIBRI, NATALIA MILAZZO: “MILANESI E SICILIANI CREDONO DI VIVERE NELLA VERA CAPITALE D’ITALIA”. L’INTERVISTA SU “CANNOLI E POLENTA”

Guardare alla propria terra, pensare alla propria isola, riflettere su usanze e atteggiamenti della propria gente in relazione e in comparazione con altri luoghi lontani da quelli natii: lo ha fatto Natalia Milazzo nelle storie che racconta in “Cannoli e polenta“, volume pubblicato da Dario Flaccovio editore (pagg. 256, € 16,00) nel quale – dice il sottotitolo della raccolta – “Il sud è visto da nord, il nord visto da sud”. Il libro concorre alla terza edizione del Premio Letterario “Torre dell’Orologio” di Siculianal’intervista all’autrice che, mezza milanese e mezza siciliana, ammette di riunire i difetti di entrambi i popoli.
Il suo sguardo dall’esterno sulla Sicilia ha fatto conoscere anche a lei stessa delle sfumature che prima ignorava?

EMILIA MERENDA PRESENTA I 10 RACCONTI DE “IL CAPEZZALE”. L’INTERVISTA: “NON SMETTERÒ MAI DI RACCONTARE”

Dieci racconti che narrano l’esperienza del ricordo e la testimonianza del passato di una Sicilia che è sempre nel cuore dell’autrice e che fa da sfondo alla narrazione. Il barbiere, il professionista, la vecchietta, il saggio, la bambina, la casalinga, la studentessa sono i protagonisti di queste storie, alcune delle quali rientrano in un periodo più recente, altre in epoca più antica e raccolte ne “Il Capezzale” (Kimerik edizioni, pagg. 104, € 12,00) che concorre al terzo Premio Letterario “Torre dell’Orologio” di Siculiana. L’intervista all’autrice.
La Sicilia che emerge dai racconti è più realistica o più trasfigurata?
La Sicilia dei miei racconti, a parte qualche eccezione, è quella del dopoguerra; è una Sicilia contadina, ingenua, povera e generosa, ma culturalmente arretrata, che rappresento secondo i ricordi della mia infanzia. Mentre quella che descrivo nelle storie ambientate nel periodo attuale è quella che vivo con lo sguardo maturo di oggi.

"Vent'anni", testimonianze e riflessioni sulla morte di Falcone e Borsellino. Intervista ai curatori Daniela Gambino ed Ettore Zanca

Nella pubblicazione di “Vent’anni” (Coppola editore, pagg. 128, € 12,00, collana Linea emozioni) i curatori Daniela Gambino ed Ettore Zanca hanno raccolto racconti, interviste, testimonianze, impressioni, monologhi teatrali e testi di canzone, per non dimenticare le stragi in cui morirono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nonché Francesca Morvillo e gli agenti delle scorte. “La domanda è stata semplice e difficile – scrivono i curatori: dammi il ricordo di dov’eri e cosa facevi quando uccisero Giovanni, Paolo e le persone a loro vicine per troppo amore. È stato scomodare qualcosa che dentro di loro non ha ancora posto. Non ha pace. Sono venuti fuori ricordi con La sete di giustizia, la voglia di consegnare un mondo più onesto, l’eredità morale, o ancora scriverci sopra una canzone, riflettere che non c’è ancora un colpevole certo e che non ha pagato del tutto chi dovrebbe pagare”. Il volume concorre alla terza edizione del Premio Letterario “Torre dell’Orologio” di Siculianal’intervista di Fattitaliani a Daniela Gambino ed Ettore Zanca.

Libri, "Le lacrime delle signore" di Manlio Bellomo racconta una Sicilia del XVI secolo divisa fra Inquisizione e lussuria

Lussuria, adulterii e sfrenatezze sembrano caratterizzare un paesino interno della Sicilia del XVI secolo: per questo motivo il vescovo La Calza e il Capitano di Giustizia Marescalco vi si recano per appurare fatti e processare eventuali colpevoli, ma devono fare i conti con la strenua difesa di Don Filippo La Ferla, a sua volta dedito ai piaceri della carne. Il prelato scopre che per la Chiesa, la Corona e la Santa Inquisizione le lacrime versate dalle mogli al momento della morte del marito sono indizio di innocenza mentre quelle per uno sconosciuto sono indizio di consumato adulterio. Perciò la vedova che non piange alla morte del consorte è sospettata d’essere colpevole di adulterio, e forse di omicidio. Don Filippo La Ferla, ignorante di diritto, va a cercar lumi a Catania. Il romanzo scritto dal prof. Manlio Bellomo (Euno edizioni, pagg. 152, € 13,00) partecipa alla terza edizione del  Premio Letterario “Torre dell’Orologio” di Siculiana.
Che cosa ha di ancora particolarmente affascinante il XVI secolo narrativamente parlando?
I secoli XVI-XVII sono affascinanti perché hanno espresso capolavori straordinari, ancora oggi molto amati perché ritenuti sempre attuali:

Con l'alba nel cuore, intervista all'autrice Angela Maria Mistretta: "In Sicilia prevale ancora una mentalità maschilista"

Continuano le interviste sulla terza edizione del Premio Letterario “Torre dell’Orologio” di Siculiana: oggi è la volta del romanzo di Angela Maria Mistretta “Con l’alba nel cuore” (Libridine edizioni, pagg. 176, € 11,00) in cui si racconta la storia di Eleonora, una donna che ritorna nel suo paese di origine dopo esser sfuggita per rimediare allo scandalo e al contempo la lotta per l’emancipazione femminile della Sicilia di un tempo, uno spaccato di vita di provincia.
Cimentarsi in un romanzo storico fra verità e invenzione quale scelta di fondo comporta?
Nell’introduzione de “I Promessi Sposi” Manzoni scrive: “L’Historia si può veramente deffinire una guerra illustre contro il tempo, perché togliendoli di mano gl’anni suoi prigionieri, anzi già fatti cadaveri, li richiama in vita, li passa in rassegna, e li schiera di nuovo in battaglia.” Se la storia, dunque, fa rivivere il passato, penso che chi si accinge a scrivere un romanzo storico sceglie di mettersi faccia a faccia con il vissuto dei propri avi, vivendo, a suo modo, comportamenti e modi di pensare assai distanti dagli attuali.

Marco Pomar e i racconti de "La memoteca": un libro è di chi lo legge. L'intervista

“La memoteca. Archivio di storie e passioni” è il primo libro di Marco Pomar edito da Novantacento (pagg. 157, € 9,90) in cui uomini e donne non riconducibili solamente alle peculiarità della Sicilia sono raccontati attraverso una lente ironica che rivela sfumature e caratteri variegati. Il volume partecipa alla terza edizione del Premio Letterario “Torre dell’Orologio” di Siculiana. L’intervista all’autore.

“La memoteca” è il debutto come scrittore “solista”: come è stata la gestazione?
Dei racconti molto liscia, essendo miei scritti dilatati nel tempo. La gestazione con la casa editrice è stata veloce e felice. Nel senso che in poche settimane erano entusiasti e mi hanno pubblicato.

Su quali cliché della Sicilia e dei siciliani ha volutamente insistito e giocato?
Cerco sempre di uscire dai clichè. La Sicilia è presente in alcuni racconti, ma solo per esigenze di storia. Il resto sono vicende collocate in spazi e tempi immaginari.

"Nostalgia della luna", Nonuccio Anselmo racconta psicosi e paure dei siciliani di fronte alla fine del mondo. L'intervista

In tanti hanno annunciato e profetizzato la fine del mondo, ma nessuno lo ha fatto attraverso un megafono su una Cinquecento scassata: accade nel romanzo di Nonuccio Anselmo “Nostalgia della luna” (Pietro Vittorietti editore, pagg. 128, € 12,00) in cui Mariano Rinella con la famiglia e il compare si rifugiano in alcune capanne della tenuta di Pietralonga, dove vive un vecchio sacerdote con sorella, fratello e governante e arrivano pure un medico curante e un profeta. Con questo nuovo libro il giornalista e scrittore partecipa alla terza edizione del Premio Letterario “Torre dell’Orologio” di Siculiana: l’intervista.
L’annuncio della fine del mondo arriva da un altoparlante di una vecchia 500: l’idea come è nata?
Ho fatto il giornalista per quarant’anni, quasi tutti al Giornale di Sicilia, molti nel settore della “Cronaca siciliana” e non si può avere idea della quantità di notizie incredibili in cui ogni giorno ci si imbatteva.

Libri, Silvano Messina nel romanzo d’esordio racconta la storia de “L’ultima matriarca”. L’intervista

Nato nel 1949 a Racalmuto (Ag), il paese di Leonardo Sciascia del quale è parente per parte materna, Silvano Messina è Medico Cardiologo e Pneumologo: ha da poco esordito nella scrittura con il romanzo “L’ultima matriarca” (Armando Siciliano editore, pagg. 320, € 20,00) con cui concorre alla terza edizione del Premio Letterario “Torre dell’Orologio” di SiculianaLo abbiamo intervistato.
Il sottotitolo recita “Uno scorcio di vissuto e di costume nella Sicilia del Novecento”: potrebbe contestualizzare in maniera più circoscritta la storia che racconta?
È la storia di una donna vissuta in contesto familiare di povertà, costretta a trasferirsi, ancora bambina, dalla zia, la vera matriarca, per un dissesto finanziario del padre, uomo ignavo. La zia riuscirà, tra stenti, a sfamare due famiglie, la sua e quella di Carmela. Nel connubio, in mezzo a tutti i maschi, per lo più inetti, la zia prima e la nipote dopo governeranno con un potere assoluto. La protagonista la ritroviamo sposa bambina a misurarsi con l’unico vero uomo della sua vita. Data

Libri: Fabio Ceraulo con “Palermo nascosta” mostra la vera città che è “all’interno di noi stessi, nelle nostre radici, nei nostri ricordi”. L’intervista

Piccole e grandi storie, leggende metropolitane, chiacchiere e “si dice”, presunti misteri e tante curiosità sono gli elementi che Fabio Ceraulo ha messo insieme passeggiando per Palermo e imbattendosi in parenti, amici, conoscenti ed estranei che avevano voglia di raccontare ricordi a un “esploratore urbano” come lui e raccolto nell’antologia “Palermo nascosta” (Dario Flaccovio editore, pagg. 158, € 10,00) da cui emerge una città in cui si tramandano bizzarre vicende di spiritismo, si custodiscono amare memorie dell’epoca garibaldina e delle due guerre mondiali e si delineano ritratti di personaggi – alcuni illustri e molti sconosciuti – che hanno lasciato traccia di sé, nel bene o nel male, fra i loro contemporanei rivelando e svelando aspetti inediti e misconosciuti del capoluogo siciliano. Fabio Ceraulo con il libro concorre alla terza edizione del Premio Letterario “Torre dell’Orologio” di Siculiana. L’intervista.

venerdì 27 dicembre 2013

Musica, i New Trolls di nuovo insieme dopo 27 anni grazie a internet. L'intervista

I New Trolls di nuovo insieme. Ossia la formazione originaria che nel 1967 dava vita al primo progressive rock italiano e che, alternandosi in schieramenti musicali differenziati, ha continuato ad esibirsi nel corso del tempo proponendo un repertorio unico nel panorama del rock internazionale, si è riunita ed annuncia per il 2010 una serie di interessanti progetti.
Vittorio De Scalzi, Nico Di Palo, Gianni Belleno e Giorgio D’Adamo, accompagnati da Andrea Maddalone, Ricky Bolognesi e Francesco Bellia, suoneranno dal vivo in una serie di concerti live realizzati nei principali teatri italiani e firmati per regia e luci da Pepi Morgia, amico e prezioso collaboratore da sempre della band. Il debutto avrà luogo il 30 gennaio proprio nella città natale dei musicisti, Genova, al Teatro Carlo Felice. Abbiamo intervistato Vittorio De Scalzi durante le prove: "Stiamo provando per la prima di Genova, ci dice".
In che cosa si differenzia questo debutto dal primissimo?
"L'unica cosa in comune è l'emozione. Per il nostro primo debutto aprimmo i concerti dei Rolling Stones, adesso siamo proprio noi. Appena però ci siamo rimessi a suonare insieme abbiamo immediatamente percepito che il sound non era per nulla cambiato: questo perché a comunicarlo nel nostro modo siamo noi musicisti non un computer".
In questi anni la musica è cambiata: secondo voi soprattutto in quale aspetto?
"Noto che tutte le nuove band per fare qualcosa che guardi al futuro si rivolgono al passato e attingono da gruppi come Beatles e Queen. C'è anche chi si ispira a noi e noi a suo tempo c'ispirammo a un gruppo underground americano chiamato Vanilla Fudge".
Tornerete anche in sala d'incisione?
"Sì, con un doppio cd. In uno ci saranno i pezzi storici versione live registrati durante i nostri concerti che ci
apprestiamo a fare, mentre nell'altro dei brani inediti: alcuni composti già da tempo, altri in fase di lavorazione. Ce n'è uno, per esempio, dedicato al nostro Nico Di Palo".
In questi anni si è tanto sviluppato internet e voi avete un sito con 12 mila fans iscritti: che rapporto
avete con il web?
"Il nostro rapporto è ottimo: lo frequentiamo quotidianamente. Il nostro è il secondo fan club in Italia per il
numero di iscritti anche se a mio parere gli artisti non dovrebbero mettersi troppo in mezzo ed essere più spettatori. La rete ci ha aiutati molto a fare questo passo: anzi, se noi dopo 27 anni siamo di nuovo insieme lo dobbiamo proprio alla rete. I fan, infatti, ci hanno continuamente contattato per stimolarci nella consapevolezza che noi li stessimo leggendo".
E i fan quali canzoni preferiscono del vostro repertorio?
"Sicuramente "Miniera" del 1969 e "L'adagio del concerto grosso" del 1971, uno dei nostri maggiori successi, un mix fra musica classica barocca e rock che facemmo con il maestro Louis Bacalov, pronto ad essere coinvolto in uno dei nostri futuri progetti". (13 gennaio 2010).

Teatro, intervista a Daniela Poggi: "Le donne che interpreto combattono per la verità"

ROMA - Tanti e variegati gli impegni teatrali di Daniela Poggi: dopo lo spettacolo Tutto per bene di Pirandello con la regia di Gabriele Lavia, dove ha interpretato la Barbetti, uno dei personaggi chiave della commedia pirandelliana, il 28 gennaio è ripartita la sua tournée di tre monologhi, a cui lavora già da un anno, incentrati sul rapporto donne e amore, donne e fede, donne e politica.
Il 9 e 14 febbraio a Finale Ligure e Ventimiglia andrà inscena con Eda, una donna del 900; il 10 febbraio sarà a Torino con Io madre di mia madre e il 28 marzo al Teatro Ghione di Roma con L'amore impaziente. L'intervista
Per un'attrice - a livello di prova professionale ed emotiva - che cosa significa "rappresentare in scena un monologo"?
Il monologo è molto più complesso in quanto sei solo, non hai interlocutori diretti, metti in gioco tutta te stessa, la tua concentrazione, le tue emozioni. Sei tu e il pubblico che non può distrarsi guardando altri, solo te. Non puoi affidarti ad una battuta del collega per la memoria, devi ricordare tutto perfettamente. E' una sfida importante che ti fa crescere e ti mette di fronte alle tue forze ed ai tuoi limiti.

Torre Salsa, approda la poesia di Evelina Maffey: il Canto di Colapesce appartiene all’intera umanità. L'intervista


SICULIANA (Agrigento) - Diversi approdi, approdi differenti: riflessioni sulla diversità degli uomini, sulle differenti opportunità degli individui, sui contesti che determinano i destini. È il tema della prima giornata di condivisione culturale alla riserva naturale di Torre Salsa di Siculiana (Ag) coordinata da Daniela Gambino che avrà luogo domani pomeriggio: fra le voci che animeranno il dibattito c’è quella poetica di Evelina Maffey che ha pubblicato con Vertigo edizioni “Canto di Colapesce” (pagg. 102), il grido di dolore di tutte le mamme del mondo per i loro figli perduti, resuscitati o scomparsi in una notte di tempesta. È un bisogno folle quello di cantare il proprio dolore per trasformarlo in dolore del mondo, è un bisogno di regalare emozioniL’intervista.

Libri, ecco per Daniela Gambino i "10 gay che salvano l’Italia oggi". L'intervista

Nichi Vendola, Tiziano Ferro, Nino Gennaro, Aldo Busi, Leo Gullotta, Rosario Crocetta, Anna Paola Concia, Titti De Simone, Franco Grillini e Gianni Vattimo: sono secondo Daniela Gambino i 10 gay che salvano l’Italia oggi di cui parla nell’omonimo libro pubblicato da Laurana editore (pagg. 128, € 11,90): raccontati “alla sua maniera, mischiando cenni biografici e considerazioni personali. Quella che ne viene fuori è una geografia culturale frammentata ma vivace: dieci importanti esempi, dieci esperienze singolari di sofferenza e di autoaffermazione, di lotta e di coraggio, di sfrontatezza e di sincerità”, come scrive Matteo B. Bianchi nell’introduzione. A Fattitaliani l’autrice spiega natura e finalità della pubblicazione: leggi l’intervista. Che cosa accomuna i suoi libri dagli argomenti diversi? Parto sempre da domande personali, cioè io, a livello empatico, prima di documentarmi, cosa so di queste persone, di questi argomenti, quanto e come c’entrano nella mia vita? Sono la persona giusta per parlarne? Ci sono sempre dei punti di contatto, è uno svelamento, un’assunzione di responsabilità: il mondo ci riguarda, ne facciamo parte, solo che ognuno lo elabora a suo modo.