mercoledì 27 luglio 2011

INTERVISTA A DAVID SERVAN-SCHREIBER SU "ANTICANCRO", UN NUOVO MODO DI VIVERE

08 ottobre 2008 - Ieri pomeriggio, presso la Sala dell'Associazione della Stampa Estera di Roma, il dottor David Servan-Schreiber ha presentato il suo libro "Anticancro" (Sperling & Kupfer, pp. 305, 19,00), che gode del patrocinio della Lega Italiana per la lotta contro i tumori.
Quando scoprì di avere un cancro al cervello David Servan-Schreiber (già famoso per un altro best-seller, "Guarire") era un ricercatore trentunenne con un brillante futuro nelle neuroscienze. Mise in campo allora tutte le sue competenze di scienziato per informarsi sulla sua malattia.
Dopo quindici anni, in cui ha lottato e sconfitto il cancro, ha deciso di scrivere in un libro la sua esperienza e le conoscenze che ha accumulato parlando con oncologi e ricercatori di tutto il mondo. In parte racconto personale, in parte rivoluzionario piano di prevenzione, Anticancro è un appassionante viaggio verso una vita più sana che offre una nuova visione della biologia del cancro e lancia un messaggio forte: per lottare contro questa malattia occorre fare appello anche alle nostre difese naturali.
Servan-Schreiber propone un nuovo punto di vista sui meccanismi del cancro e un approccio integrato, che comprende premunirsi contro gli squilibri ambientali; rivedere la propria alimentazione per evitare le sostanze che favoriscono i tumori, includendo invece quelle in grado di combatterli; comprendere e superare le ferite della psiche che alimentano i meccanismi biologici delle neoplasie; migliorare il rapporto con il proprio corpo per stimolare il sistema immunitario e calmare le infiammazioni che favoriscono i tumori. 
"Quando ho scoperto di avere il cancro - confessa - come medico sapevo di non avere molta tutela contro la malattia, ma ero consapevole della possibilità di prevenirne lo sviluppo. Stiamo vivendo in un periodo di epidemia di cancro".
Come mai?
"Dagli anni Quaranta in poi si è assistito a un esponenziale aumento di consumi di prodotti quali zucchero e alimenti con omega 6, si è molto esposti a sostanze chimiche, c'è un alto livello di sedentarietà ed è cambiata la rete delle interazioni sociali".
Certe scelte alimentari dannose ci sono imposte per dalla pubblicità e dal mercato...
"E' vero. I governi mettono regole rigide su come guidare ma dovrebbero metterle sugli alimenti che uccidono anche se in un lungo arco di tempo".
Che cosa ha appreso dal suo doloroso percorso?
"La medicina convenzionale mi ha salvato la vita: sono stato operato due volte e mi sono sottoposto alla chemioterapia. La medicina compie un attacco frontale al tumore ma non insegna come modificare il terreno, la base, a non sminuire le difese naturali e al contrario a rafforzarle".
Come fare?
"Ci sono dei piccoli accorgimenti: non fumare, non bere più di due bicchieri d'alcol al giorno, esercizio fisico per 30 minuti al giorno, frequenti pasti a base di frutta".
Basta davvero così poco?
"E' importante iniziare con piccole cose da aggiungere alle nostre abitudini magari bevendo tè verde, mangiando broccoli, aglio e cipolla, olio d'oliva, cioccolata amara. Bisogna prendere sempre più coscienza del proprio desiderio di cambiare per il meglio. Gradualmente sarà più facile e naturale introdurre altri elementi, come andare a piedi al lavoro e apportare ulteriori cambiamenti".
Consiglia dunque di seguire il suo esempio?
"I miei consigli non sono un rimedio definitivo contro il cancro, non ho soluzioni in tasca. I rimedi possono prevenire gran parte dei casi e rallentare la crescita di malattie nel caso in cui ne soffriamo. Seguendo uno stile di vita diverso sono certo che non ci pentiremmo mai: l'unica cosa che può accadere è stare meglio. Personalmente sono più in salute adesso che non prima di avere il tumore".
Quale reazione si ha quando si viene a sapere di avere un cancro?
"Conoscere la diagnosi può costituire un trauma psicologico che come conseguenza porta ad avere insonnia, iperattività o un'estrema irritabilità. A volte il trauma viene causato dal trattamento cui si sottoposti. Personalmente con i miei pazienti adotto il metodo EMDR basato sul movimento degli occhi, affatto invasivo. Poi c'è l'approccio tramite la meditazione e lo yoga: io lo pratico ogni mattina".
Un suo collega, anch'egli malato, di notte aveva l'incubo di un vampiro che voleva morderlo. Lei ha mai dato un volto alla sua paura?
"E' la prima volta che mi fanno questa domanda: devo ammettere che anch'io facevo lo stesso brutto sogno forse perché è un'immagine ricorrente quella del vampiro associato alla morte".
Come dottore e malato di cancro, secondo la sua esperienza, quale sbaglio compie maggiormente la scienza?
"Un medico deve stare attento a non dare false speranze alla gente e ci sono tante prove scientifiche sul fatto che i pazienti possono aiutare se stessi dall'interno, sia per prevenire il cancro che per gestire meglio la malattia. Quando non diamo queste informazioni è lì che sbagliamo: diamo loro un falso senso di impotenza come se non potessero fare niente. Spero che il mio libro possa trasmettere invece questo senso di potere e di forza che ognuno ha su se stesso". Giovanni Zambito (www.clandestinoweb.com).

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