mercoledì 20 luglio 2011

SALVATORE LI PETRI, DIRETTORE DELLE CANTINE SETTESOLI: "IL VINO, PATRIMONIO AMBIENTALE, DI RICORDI E PROFUMI"

26 giugno 2010 - Ieri sera a Menfi ha avuto inizio la 15.ma edizione di ''Inycon, Vino. Mare. Menfi'', la rassegna organizzata dall'agenzia Feedback di Palermo e dedicata al vino siciliano di qualità promossa dal Comune di Menfi e dalle Cantine Settesoli in collaborazione con la Soat di Menfi e la Strada del Vino Terre Sicane. Fino a domani si svolgeranno degustazioni gratuite di vino sotto le stelle, mostre, incontri, corsi di assaggio di vino e olio e wine tour alla scoperta delle cantine. Fattitaliani.it ha intervistato Salvatore Li Petri, direttore delle rinomatissime cantine Settesoli.

Sig. Li Petri, in che maniera le vostre cantine si sposano con lo slogan ''Inycon, Vino. Mare. Menfi''?
Lo slogan si lega perfettamente alla linea che adottiamo per raggiungere i nostri obiettivi, cioè la valorizzazione del territorio: "Vino, mare, Menfi" è ciò che comunichiamo ogni volta che vendiamo una nostra bottiglia, un pezzo di territorio dove il mare, il vigneto e il vino sono elementi cardini dell'economia.
E con il tema del ''bere bene low cost''?
Anche con quello: siamo un'azienda che offre un ottimo rapporto fra qualità e prezzo, cosa che ci riconoscono opinion leader del settore e per cui nel 2009 Settesoli è stata ufficialmente riconosciuta come cantina dell'anno.
Gli abitanti di Menfi sono consapevoli di tale "tesoro"?
La coscienza è enormemente cresciuta e negli anni la rivoluzione enologica del territorio è avvenuta a livello di consapevolezza, perché oggi tutti i soci (quasi 2000) sono coscienti dell'attività e sanno che gestendo un vigneto si gestisce un patrimonio ambientale e una risorsa in termini di occupazione: il 70% degli abitanti del territorio direttamente o indirettamente è legato alle cantine Settesoli.
Come imparare a bere bene?
Personalmente non mi sono mai ubriacato. Il consiglio è semplice: quando si ha la consapevolezza che dietro un bicchiere di vino c'è il frutto di lavoro e sacrifici, lo si beve non per la ricerca dell'euforia e dell'ebbrezza, ma per trovarvi dentro anche le emozioni, i ricordi e i profumi di un territorio che ti portano automaticamente a saper bere e a non trattare il vino come qualunque altra bevanda alcolica.
Che pensa delle scuole di sommelier che si vanno moltiplicando?
Apprezzo molto chi le frequenta per imparare a gustare il vino: il fenomeno denota nei consumatori un approccio più curioso e attento. Giovanni Zambito.

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