domenica 29 dicembre 2013

INTERVISTA A NICOLÒ ANGILERI, AUTORE DI "ANGELI E ORCHI": IL MIO LIBRO ESISTE GRAZIE ALLA MIA FAMIGLIA

Fra i libri che concorrono alla prima edizione del premio letterario "Torre dell'Orologio" ce n'è uno che parla di pedofilia, scritto da Nicolò Angileri con Raffaella Catalano: s'intitola "Angeli e orchi" (Dario Flaccovio editore, pagg. 180, € 12,00): Fattitaliani ha intervistato l'autore che si presenta così: "Sono un poliziotto da ormai 21 anni, presto servizio con orgoglio alla mitica Squadra Mobile di Palermo da 18 anni. Ho lavorato in diverse sezioni (Omicidi, Antirapina ...), gli ultimo otto anni invece li ho trascorsi alla sezione specializzata minori. In sintesi, mi occupo di pedofilia, di violenza sessuale, di maltrattamenti... insomma credo che si potrebbe dire di tutto tranne che faccio un lavoro tranquillo. Bimbi stuprati, violentati nel corpo e nell'anima, donne annichilite e oppresse da quei mostri senza scrupoli, e in molti casi gli autori sono i propri familiari. Situazioni difficili da comprendere per i psicologi, figuriamoci per un semplice poliziotto, uomo e padre".
Come sostiene tale tensione?
Ogni giorno un pieno di sofferenze, sempre diverse, sempre maggiori, con notevoli difficoltà a parlarne in famiglia. Sin dal primo giorno che ho messo piede in questa sezione ho cercato di tenere fuori la mia famiglia dai miei orrori quotidiani, non volevo che loro sapessero che cosa facevo e di cosa mi occupavo. Come un senso di protezione.
E l'idea del libro com'è nata?
Purtroppo cominciavo a vivere queste storie con sempre maggiore difficoltà, finché un giorno, decisi di parlarne con una mia cara amica psicologa, la dottoressa Angela Ruvolo, la quale mi consigliò di mettere su carta quanto mi stava opprimendo. Seguii il suo consiglio. Cominciai a confidarmi con il mio notebook, il mio amico informatico, al quale cominciai a raccontare le mie storie. Queste storie assunsero un'anima e ... un corpo. Li stampai e li feci leggere a mia moglie. Rimase sconvolta, stupita, ammirata e con un moto impetuoso mi "consigliò" (eufemismo) di farle leggere a tutti, perché secondo lei, queste cose, queste informazioni dovevano essere rese pubbliche non conservate in un cassetto. Così nacque "Angeli e orchi". Sposato da 15 anni con una donna fantastica e ... due figli Kika di 12 e Gabri di 7. Forse, anzi senza forse, il mio libro se esiste è grazie a loro.
Qual è lo stile della narrazione?
"Angeli e orchi" è una raccolta di storie vere, vissute e raccontate da me, in prima persona. Racconto le mie sofferenze di uomo, le mie difficoltà di poliziotto, con le mie debolezze, i miei innumerevoli difetti e i pochissimi pregi che mi permettono ogni giorno di combattere e spesso di vincere questi orchi ....
Il libro contiene alcuni contributi eccezionali, tecnici ed emozionanti.
Hanno collaborato Raffaella Catalano, giornalista di Repubblica e scrittrice; Alessia Sinatra, Sostituto Procuratore della Repubblica di Palermo ; Angela Ruvolo, psicologa e consulente della procura di Palermo; prefazione di Salvo Ficarra e Valentino Picone, attori e comici palermitani..
Certa attenzione mediatica sulla pedofilia fa più male o bene?
Credo che le informazioni devono essere utilizzate non come scoop sensazionalistico e boom giornalistico: bisogna semplicemente informare i lettori. Da poliziotto noto che spesso le nostre notizie vengono riportare in un altro modo e il più delle volte in maniera scorretta.
Come riconoscere in un bambino i segnali di una violenza subita?
Sono tanti i segnali da cogliere. Innanzitutto da parte dei genitori se non sono loro stessi gli autori dato che la maggior parte delle violenze sono un fenomeno intrafamiliare: un papà, uno zio, il nonno, il vicino di casa, un amico. Gli insegnanti possono rilevare nei bambini un comportamento improvvisamente aggressivo, diverso dal loro normale atteggiamento oppure capire perché spesso si chiudono in un serrato silenzio.
In base alla sua esperienza, i bambini possono inventarsi di aver subito violenza?
Non è frequente, ma mi è capitato: i bambini non sono così bravi a fingere e ci sono molte tecniche per fare emergere la verità. Una volta un bambino aveva fornito nel suo racconto dettagli precisi, ma la sua si rivelò solo una fantasia fervida: non sapeva nemmeno cosa fossero gli abusi.
Qualche orco si è redento?
Non credo: in tutte le circostanze quando vengono smascherati e si trovano con le spalle al muro, chiedono il perdono a noi e alle vittime, ma il pelo perde il pelo e non il vizio...
Secondo lei, non c'è per loro una possibilità di guarigione?

Secondo la mia opinione credo non si possa guarire: il pedofilo non è una persona malata, ma un essere perverso. Guardando negli occhi l'interlocutore si colgono sensazioni che te lo fanno capire. È capitato che dopo il pentimento e a distanza di tempo, i soggetti sono tornati peggio di prima.
Quali sono i tempi per la guarigione di un bambino?
Noi ci occupiamo fino alla fase dell'indagine: ci manca purtroppo il collegamento con il futuro della vittima.
Che pensa della questione pedofilia nella chiesa?
Ho tanti amici preti anche se le nostre opinioni sono divergenti e ognuno - è proprio il caso di dirlo - "tira per la propria parrocchia": nel corso delle mie indagini ho arrestato anche dei preti. Padre Turturro, prete antimafia, rispettatissimo come uomo, per tanta gente è vittima della giustizia, mentre ha commesso reati gravissimi. Naturalmente non faccio di ogni erba un fascio.
La prefazione di Ficarra e Picone com'è nata?
Li ho conosciuti all'inaugurazione dell'Isola dei bambini, una stanza adibita all'ascolto dei minori e arredata in modo colorato e festosa come una cameretta: si sono emozionati e si sono resi disponibili a sensibilizzare l'opinione pubblica. Quando li ho contattati per la prefazione, non se lo sono fatto ripetere due volte. Giovanni Zambito. (23 agosto 2010).

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