lunedì 21 febbraio 2011

Immortali Cugini di Campagna: "Non ci stancheremo mai di 'Anima mia'. Il nostro look? Ispirato alla Cappella Sistina"

10 ottobre 2007 - Il Teatro Olimpico di Roma ha ospitato domenica scorsa la XVII edizione del Festival della Canzone Romana, l’unico ed originale concorso annuale ideato, promosso ed organizzato da Lino Fabrizi, presidente dell’Associazione Culturale Romana ‘Millenium’. Sono stati premiati i due finalisti dell’anno: il Gruppo Radioclockmania, con il brano “Roma Bella” di Michetti, e Francesca Pani con il brano “C’era una volta Roma” di Longo. Ad accompagnarli artisti di grosso calibro: Lando Fiorini, Edoardo Vianello, Wilma Goich, Stefano Rosso, la Schola Cantorum e i Cugini di Campagna, autentici miti viventi della musica italiana. Raccontati dal leader storico, Ivano Michetti, autore e arrangiatore delle canzoni del gruppo.
Avete cambiato nel tempo la vostra formazione, eppure il vostro mito rimane intatto...
“Siamo riusciti a mantenere fedelmente l’immagine dell’angioletto biondo associato alla voce e al canto reso in maniera assurda. A dir la verità, nonostante le sette diverse formazioni, la gente non s’è mai veramente accorta del cambiamento e delle alternanze. L’idea proviene dalla esperienza mia e di mio fratello Silvano fatta alla Cappella Sistina dove cantavamo come voci bianche e abbiamo voluto portare avanti questo modo di cantare”.
Come iniziaste?“Fabio Germani, figlio del maestro Ferdinando, organista speciale di papa Giovanni XXIII durante le solenni cerimonie, compose la musica del ‘Ballo di Peppe’, mentre Giancarlo Guardabassi ne ha scritto il testo. Per l’arrangiamento fummo prescelti noi perché ne avevamo proposto uno originalissimo, cioè mettere le voci al posto delle trombe”. E come finì?
“Il brano fu la sigla di ‘Alto gradimento’, il programma radiofonico di Arbore e Boncompagni: vendemmo una marea di dischi”.
Il vostro nome da dove ebbe origine?
“Proprio a causa del carattere ‘folcloristico’ del brano, quasi da festa paesana. Dopo quell’esperienza però mio padre mi stimolò a fare sul serio il cantante oppure sarebbe stato meglio andare a lavorare con lui. Così nacque ‘Anima mia’ il cui grande successo ci ha convinti a continuare, un successo rinnovato e rinverdito dall’omonima trasmissione di Raidue con Fazio e Baglioni”.
La vostra ultima e inedita incisione risale al 2006…“Sì, s’intitola ‘Sapessi quanto’ e fu composta in modo paradossale durante la partecipazione al reality ‘La fattoria’: non avevo materiale con cui scriverla e Aldo Montano mi suggerì di scriverne testo e musica su una parete servendomi di un tizzone, dando inconsapevolmente a Nick e Luca l’occasione di trascriverla. Così, quando andai in studio, ebbi la bellissima sorpresa di entrare avendo come sottofondo il brano bello e pronto: l’unica incisione di cui non ho curato l’arrangiamento, ma è andato benissimo visto che dopo tre mesi abbiamo preso il disco d’oro”.
Come vede l’attuale mercato discografico?“C’è una crisi pazzesca e bisogna inventarsi di tutto per tapparla e ovviare all’invasione di internet. Così su un cd doppio scrissi diecimila nomi di persone che andarono a comprarne più di una copia permettendoci di vendere più di diecimila copie”.
C’è una canzone che rinnegate o che cambiereste in parte?“Assolutamente no: sono puntigliosissimo nello scrivere e così nelle canzoni metto tutto me stesso, così come sono, con tutte le mie emozioni assieme a tutti i Cugini, andati e presenti. Riusciamo a spiegarci come mai tanti ammiratori, dalle nonne alle bambine, ci seguono e ci amano”.
Non vi stancherete prima o poi di riproporre ‘Anima mia’?“Mai. Pensa che mi hanno riferito che due mesi fa era al quarto posto della classifica spagnola cantata da Paolo Meneguzzi e intitolata ‘Cariño mio’. Come rinnegare due milioni di copie vendute? Oltre a dare mi piace ricevere nella vita e Gesù mi fa continuamente regali di questo tipo”.
E del look che mi dice?“Basta guardare la volta della Cappella Sistina, con i suoi colori e i suoi angioletti a cui abbiamo abbinato la voce. Poi nel ’78 sono arrivati i Bee Gees: non dico che ci hanno imitati ma noi c’eravamo da prima”. Giovanni Zambito (www.affaritaliani.it).

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