giovedì 2 ottobre 2008

Intervista a Liza Minnelli "Zingara di Broadway": sono una ragazza fortunata!

Che la si ricordi con il body, il cappello a cilindro nero, il reggicalze e il rossetto scarlatto in "Cabaret" o mentre canta il refrain di "New York, New York", Liza Minnelli è sempre lei, la superstar che ha superato i tempi e tutte le mode. Reduce dai recenti successi nei tour in giro per l'Europa, adesso è pronta a portare la sua straordinaria verve artistica in Italia, la terra dei suoi avi alla quale si sente da sempre legata, con una tournée che la vedrà protagonista sui più importanti palcoscenici della penisola. Partendo da Roma con un concerto il 29 ottobre all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, proseguirà a Firenze, Bologna, Bari, Torino, Campione e Milano.

Liza Minnelli si è presentata alla stampa davanti alla Fontana di Trevi dove ha espresso la sua grande emozione: "Gli italiani sono il miglior pubblico al mondo, ha detto. Stamattina quando mi sono svegliata mi sono affacciata alla finestra, ho guardato il cielo e ho ringraziato Dio perché sono una ragazza fortunata".
In questi giorni a Roma si sta dilettando a trovare gli amici, a gustare il sano cibo italiano e a fare shopping anche se " pericoloso - ha ammesso - perché la carta di credito non si ferma mai".
Poi ha gettato nella Fontana la monetina da 100 lire del 1977 (anno di "New York New York") fornitale da Roberto Grossi, direttore generale di Santa Cecilia, esprimendo il desiderio che tutti i bambini siano felici.
Qual è stato il desiderio più grande che in vita sua ha realizzato? le chiediamo.
"Quello relativo ai bambini cerebrolesi: ho lavorato in un centro a Philadelphia, dove fanno molto per loro. E' sorprendente quello che riescono a fare questi bambini: guariscono!".
In che cosa consisterà lo spettacolo che porterà in giro per l'Italia?
"Sarà uno spettacolo dove metterò tutta la mia passione e l'amore per questo lavoro. Poi sarà un modo per onorare soprattutto la mia famiglia e anche Kay Thompson (arrangiatrice e vocal coach, ndr), una donna eccezionale, piena di energia che mi ha influenzata con la sua intelligenza, la sua passione, il senso dell'umorismo. Era una donna veramente originale".
E in che modo esattamente?
"Kay Thompson aveva uno spettacolo di night club: un gruppo di cantanti usava un unico microfono e lei ebbe l'idea di far pendere dal soffitto dei microfoni e con i fratelli Williams suonavano in continuazione e io con loro giravamo sempre e non stavamo mai fermi. Non sono solita sul palcoscenico parlare della mia vita, ma sono arrivata ad un'età in cui si può fare: nella prima parte dello spettacolo ci sarà una serie di canzoni come "Cabaret", tanto buon jazz, e un brano di Aznavour in cui farò una donna che fa un uomo che fa la donna".
Che cosa prova mentre canta?
"A me piace cantare dei brani che raccontino una storia: non credo di essere una grande cantante; io m'innamoro delle parole. La musica per me è quasi una colonna sonora di un film; il raccontare qualcosa che è all'interno della musica stessa e Aznavour scrive delle canzoni che sono praticamente dei film e io l'affronto come una parte da recitare. E' questa la cosa che m'interessa di più: in fondo, io sono una zingara, una zingara di Broadway, una ballerina e mi piace raccontare le storie di donne diverse così anche con i brani di John Kander e Fred Ebb".
Che ricordo ha della sua famiglia?
"Ho sempre pensato che mia madre mi avesse dato la forza di fare mentre mio padre mi ha dato i sogni: un'ottima combinazione! Tutti i membri della mia famiglia sono stati coinvolti nel mondo dello spettacolo e io sono l'ultima della mia linea (ride). Un mio trisnonno per esempio era un insegnante di musica".
Lei sprigiona vitalità    nonostante le sofferenze e le difficoltà affrontate: in che modo ha trovato la forza di reagire?
"Come tutti quando mi sveglio la mattina mi dico "rieccoci!". Ho molta fede e mi sento grata per tutto questo: avere tanti amici e il sentirmi fortunata mi consentono di andare avanti". Giovanni Zambito.

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