domenica 20 marzo 2011

FABRIZIO MORO: "LE PERSONE SI ACCONTENTANO DELLE BRICIOLE MA POI SPUTANO SUL GOVERNO"

19 febbraio 2010 - Fabrizio Moro è tornato al Festival di Sanremo per la quarta volta: si aggiudicò la vittoria fra i giovani nel 2007 con "Pensa" e la medaglia di bronzo nel 2008 con "Eppure mi hai cambiato la vita". Quest'anno si ripropone con il brano "Non è una canzone" e stasera lo reinterpreterà coadiuvato da Jarabe De Palo e Dj. Jad, ex Articolo 31. Sempre oggi in uscita l'album "Ancora Barabba" (su etichetta Atlantic/Warner Music): contiene sette brani inediti e quelli del precedente cd.

Fabrizio Moro parla subito della canzone sanremese che vede come "una protesta costruttiva con uno sguardo al futuro intriso di ottimismo, un inno alla libertà; la volontà di riprendere il controllo della nostra vita, sempre più vincolata e corrotta dagli stereotipi imposti dalla società. Questo pezzo rappresenta meglio il mio nuovo lavoro", continua.
Gli altri brani del cd sono sulla stessa onda?
Il brano di quest'anno rappresenta al meglio l'album e l'ho potuto presentare senza compromessi: l'ho portato alla Warner che lo ha fatto sentire a Gianmarco Mazzi e se non fosse stato accettato sarei andato avanti cercando un'altra vetrina per promuoverlo.
Quest'anno hai presentato una canzone che per il ritmo richiama "Pensa" e non quello del penultimo Sanremo: perché?
Il più delle volte succede che quando devi partecipare a un festival la scelta del brano è condizionata da diversi fattori. Per esempio, "Eppure mi hai cambiato la vita" non rappresentava al meglio il Fabrizio Moro che c'era prima e che c'è oggi. La maggior parte delle persone mi conosce per questo pezzo e per "Pensa" ma dietro c'è anche un altro tipo di lavoro. A volte si sceglie un pezzo semplicemente perché ti piace e basta, senza fare ragionamenti sul genere o sulla sonorità Se potessi fare a meno di Sanremo lo farei...
In che senso?
Fare tv a volte può rappresentare un filtro negativo: stare sul palco e suonare dal vivo è ben diverso che farlo in televisione, dove ci sono ritmi serrati e devi convincere in soli tre minuti. Senza Sanremo ci sarebbero parecchie difficoltà a presentare un nuovo disco: le radio non lo passerebbero.
Partecipare al Festival potrebbe essere controproducente?
Quando partecipi a Sanremo come giovane o azzecchi subito o rimani vittima di un pregiudizio generale. La mia prima volta nel 2000 andò male e per sette anni nessuno mi si è più filato: nessuna casa discografica voleva "Pensa" che fu accettata grazie a Baudo e al mio produttore Marco Falagiani.
Che cosa distingue il nuovo cd dal predecente?
Anticipato da un ep di sei canzoni del 2009, è un'operazione che nasce per giustificare il tour che gli è succeduto. L'ho registrato in un arco di tempo più lungo con un budget a disposizione diverso e realizzando tutto quello che avevo in testa, registrando in analogico e presa diretta. La matrice è rock, mentre il filo conduttore è l'amore che salva dal disagio sociale.
Che cosa vuoi esprimere con la canzone "Un pezzettino"?
Le persone oggi non hanno più grandi sogni e si accontentano di poche briciole. Però poi sputano sul governo senza rendersi conto o non volendo rendersi conto che i veri responsabili sono loro, perché si sono arresi.
Tu ti arrenderai?
No, io non mi arrendo: trovo forza nella donna che amo e proprio in virtù del suo amore sono spronato a volere di più e a volere dare di più. Io non mi accontento di un pezzettino. Giovanni Zambito, Il Clandestino.

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