giovedì 17 marzo 2011

BLAS ROCA REY, A TEATRO "COL PIEDE GIUSTO": «DIFFIDO DEL POTERE E DEI POTENTI»

14 aprile 2009 - di Giovanni Zambito. Quanti pirati della strada oggigiorno fanno notizia soprattutto quando fuggono dopo aver investito chi attraversa a piedi. E proprio un incidente stradale è l'incipit tragico di Col piede giusto, la nuova e attualissima storia raccontata da Angelo Longoni, di scena dal 16 aprile alla Sala Umberto di Roma.
Il guidatore dell'auto in questo caso non però un emarginato, né un ubriaco o qualcuno abituato a scappare e a vivere al limite dell'illegalità: è una persona per bene, un esponente dell'élite sociale del paese, un uomo che ha tutto nella vita: una moglie, dei figli, una posizione elevata, un ruolo politico.
Attraverso una graffiante comicità, Col piede giusto propone una spregiudicata riflessione sulla classe dirigente del nostro tempo, capace di non fermarsi di fronte a nulla pur di salvaguardare se stessa: fa del cinismo il suo campo d'indagine principale, affrontando l'argomento con i toni tipici della più corrosiva commedia all'italiana.
Ne sono protagonisti Blas Roca Rey che interpreta l'avvocato che difende il pirata, Amanda Sandrelli, Simone Colombari, Eleonora Ivone.
L'attore in televisione ha recitato nel recentissimo Scusate il disturbo con Lino Banfi ma anche in tante e famose fiction, da La squadra a Distretto di polizia 6, da Un posto al sole al Giudice Mastrangelo.
"L'incidente - confessa Blas Roca Rey - è solo un punto di partenza da cui si scatena una serie di eventi. E' una commedia borghese incentrata sulla difficoltà di assumersi le proprie responsabilità e su come chi sta meglio riesce sempre ad uscire indenne da situazioni pericolose, evitare la condanna e cadere sempre in piedi".
Qual è l'aspetto più complesso del tuo personaggio da mettere in scena?
"Silvio cerca di difendere una situazione che per rigor di logica sembra indefendibile, ma seguendo il corso del nostro Paese è del tutto normale. Chiunque, infatti, accetta di pagare per le proprie responsabilità è un cretino così come chi persegue un obiettivo puntando solo sul merito e la passione. Il furbo ha le spalle protette dal potere. "Col piede giusto" è comunque una commedia: c'è la derisione, lo sberleffo, l'ironia, la presa per il culo. Come la vita, insomma: spesso delle situazioni drammatiche scatenano la comicità".
Che cosa hai messo di te nell'interpretare Silvio?
"Per essere credibili nell'interpretazione non occorre necessariamente assomigliare al personaggio: diciamo che a mia disposizione ho una cassettiera da cui tiro fuori man mano le cose che mi servono. Il mio personaggio fondamentalmente è una simpatica canaglia, cavalca il potere e lo status quo in cui si trova ad agire, insidia la moglie dell'amico, è la testa pensante del gruppo conducendo un doppio gioco che alla fine lo rivelerà per quello che è, un infido, un figlio dei propri tempi. Fa buon viso a cattivo gioco e ad un certo punto uscirà dalla scena per rinascere in un'altra veste: la sua non è una totale debacle. Un po' come tutti i personaggi di Angelo Longoni: hanno un loro corso iniziando in un certo modo e sviluppandosi in un altro, riservando parecchie sorprese".
Hai lavorato più volte sia con tua moglie Amanda Sandrelli che con il regista Angelo Longoni: quant'è importante crescere in feeling con i colleghi e con chi ti dirige?
"Fondamentale: quando a teatro posso scegliere che cosa fare cerco sempre di montare dei progetti con persone che stimo e conosco per una sorta di appartenenza etico-politica ad un gruppo in cui si condividono certi parametri. La consuetudine poi ti permette di guadagnare tempo e arrivare subito al cuore del lavoro; con Angelo siamo diversi ma ci stimiamo tanto vicendevolmente. Diciamo che il mio è un privilegio nel privilegio".
Qualcuno invece con cui ti sei trovato benissimo nonostante non foste in confidenza?
"Nella recente fiction "Scusate il disturbo" ho lavorato molto bene col regista Luca Manfredi con cui ci eravamo solo incrociati un paio di volte. A teatro ho avuto un incontro fantastico con Gianni Clementi, regista di "Calcoli". Avevo già lavorato con lui, ma era la prima volta che mi dirigeva: riprenderemo le repliche dello spettacolo".
Tornando alla trama di "Col piede giusto", qual è la tua personale opinione sul potere e sui potenti?
"Diffido dell'uno e dell'altro; la gestione del potere è pericolosa e per me è impossibile rimanere vergini: ci sono troppe tentazioni e sirene. Guardando al tempo d'oggi secondo me stiamo attraversando il periodo peggiore della nostra storia, grigio e sciagurato, dove i potenti prendono tutto quello che possono con la certezza di non poter essere perseguiti in barba alla legge".
Sei orientato politicamente?
"Sì, sono un uomo profondamente di sinistra e per me ha ancora un significato e fa la differenza perché la sinistra rappresenta ancora qualcosa. Il problema che di fronte a un bacino sterminato non siamo rappresentati. Non sono un moderato e non mi riconosco quindi nel Pd mentre da un'altra parte c'è una sinistra massimalista e litigiosa; non resta che Di Pietro che però non appartiene al mondo della sinistra. Per il resto c'è il disastro totale: la nostra democrazia è sul filo del rasoio, la stiamo calpestando e nascondendo sotto un tappeto".
In quale occasione della tua vita ti sei reso conto di essere partito "Col piede giusto"?
"Due volte: la prima quando a diciott'anni sostenni l'esame dell'Accademia d'Arte Drammatica e fui preso. La seconda quando con mia moglie Amanda iniziammo la nostra storia nonostante provenissimo entrambi da altre situazioni: dopo diciassette anni abbiamo dimostrato che non si trattava di un fuoco di paglia". Giovanni Zambito.

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