sabato 12 marzo 2011

LE DONNE LO SANNO: 4 AUTRICI PER 12 RACCONTI. L'INTERVISTA MULTIPLA a Cristina Origone, Sonia Cosco, Gabriella Saracco e Lina Anielli

3 agosto 2008 - Le Edizioni Montag hanno lanciato una nuova collana, 'Gli orizzonti', legata a progetti editoriali e il primo titolo pubblicato "Le donne le sanno" (pp. 120, € 10,00 ), dodici piccole perle che parlano d'amore, di vita quotidiana, di lavoro, di morte: racconti al femminile firmati da Cristina Origone, Sonia Cosco, Gabriella Saracco e Lina Anielli, scrittrici conosciute nel panorama nazionale.

Partiamo dal titolo Le donne lo sanno: come mai questa scelta? C'entra la canzone di Ligabue?

C. Origone: "Non è mai facile scegliere il titolo di un libro: l'editore cercava qualcosa che potesse mettere in risalto il valore della donna e le sue qualità, ma nello stesso tempo non voleva cadere nel pretenzioso, e non voleva creare un'antologia scritta da donne solo per le donne. Il testo della canzone di Ligabue racchiude tutto questo e noi autrici, insieme all'editore, abbiamo deciso che Le donne lo sanno potesse rappresentare la donna a trecentosessanta gradi: titolo perfetto, quindi, per i personaggi dei nostri racconti".
E che cosa sapete più degli uomini?
G. Saracco: "tutto quanto diverso da ciò che gli uomini sanno più di noi".
C. Origone: "me lo chiedo sempre anch'io. Non ho trovato ancora una risposta".
L. Anielli: "Non ho la presunzione di sapere qualcosa in più degli uomini. Non vedo il titolo del libro come una sfida. Se lo vogliono, anche loro possono sapere le stesse cose che sappiamo noi...".
S. Cosco: "Quello che pensano e non dicono! D'intuizione ne abbiamo sempre un pizzico in più!".
Secondo la vostra esperienza, qual è il punto di vista più comune con cui le donne guardano se stesse e gli uomini?
G. Saracco: "dipende dalle circostanze. Con curiosità, desiderio, rabbia sia nei confronti di se stesse, sia degli uomini. A volte sono in competizione, altre cercano protezione".
C. Origone: "a volte guardano se stesse come se fossero uomini e guardano gli uomini come se fossero donne".
L. Anielli: "Credo che ormai le donne abbiano acquisito la consapevolezza di se stesse e delle enormi potenzialità che hanno dentro, senza per questo voler ridimensionare il ruolo degli uomini. C'è sempre bisogno di loro...".
S. Cosco: "Le donne, secondo me, sono sempre più intransigenti tanto nei confronti di se stesse che nei confronti degli uomini e questo genera un po' di stress nelle relazioni".
Quale delle donne raccontate vi assomiglia maggiormente o al contrario è parecchio lontana da voi?
G. Saracco: "L'amazzone. Forte e debole allo stesso tempo, che ce la fa da sola ma non vorrebbe esserlo. Mi assomiglia ed è  lontana da me per entrambi gli opposti che rappresenta".
C. Origone: "il rapporto conflittuale con la famiglia è la tematica comune dei miei racconti: questo mi rappresenta".
L. Anielli: "I miei personaggi appartengono al mondo di fantasia. Non mi assomigliano. Però li amo nel momento in cui li creo sulla tastiera, mi fondo con loro per carpirne i sentimenti e trasmettere qualcosa a chi ha la voglia di leggermi".
S. Cosco: "Beh, direi che mi sento molto la laureata precaria de "La sfida", senza essere incinta però!".
L'idea del quartetto è nata spontaneamente così femminile o avevate pensato di coinvolgere pure un autore?
C. Origone: "No, solo donne. Gli uomini possono sempre scrivere "Quello che le donne non sanno!".
Avete chiesto a qualcuno consigli, delucidazioni, pareri durante la stesura dei racconti?
G. Saracco: "faccio sempre leggere i racconti a un paio di primi lettori per capire se funzionano. Consigli? No, questi erano racconti che mi venivano troppo da dentro.
C. Origone: "No, nessun consiglio".
L. Anielli: "Le idee mi nascono dentro, da piccole cose. Spontanee. Se ho un dubbio per l'ambientazione geografica e storica, uso internet. Per il giudizio sui racconti, le mie figlie sono delle cavie eccezionali, mai compiacenti e sempre spietate".
S. Cosco: "Mentre scrivo di solito mi chiudo a riccio e se devo fare delle ricerche uso libri e internet. Anche in questo caso è andata così".
Domanda a G. Saracco: Granita di mandorle ribalta due clichè: quello della moglie in vacanza e marito in città a lavorare e quello del tradimento estivo più spesso da parte di lui. Le lusinghe dell'estate sono così pericolose per un rapporto di coppia?

G. Saracco: " Le lusinghe possono essere pericolose, ma anche intriganti e stimolanti in tutte le stagioni".
a S. Cosco: in riferimento a La sfida crede che prima o poi ci sarà una seria politica familiare volta a incrementare o almeno a salvaguardare il diritto di farsi una famiglia e crescere i figli?
S. Cosco: "Me lo auguro con tutto il cuore, ma sono molto disillusa in merito. Non si fanno progressi nel campo della conciliazione della maternità con il lavoro, ci sono sempre meno tutele verso la categoria: "donna-giovane-madre-lavoratrice" e più in generale non ci si attiva a risolvere i problemi della generazione di cui faccio parte. Per questo è importante scriverne, parlarne".
a L. Anielli: terribile il doppio e continuato incesto di Una sera come tante. Da dove la decisione di raccontarlo?
L. Anielli: "L'idea è nata sulle ali del ricordo di vecchi racconti e con la voglia di trasmettere il coraggio per la denuncia di situazioni di questo genere. Siamo nel terzo millennio, ma credo che fra le mura domestiche accadano ancora fin troppi orrori: basti pensare a quel padre austriaco che ha abusato per 24 anni della figlia tenendola prigioniera in cantina e generando con lei anche dei figli".
a C. Origone: quale primo ostacolo deve superare una persona come Armanda oltre che contro la propria massa grassa?
C. Origone: "Armanda è  un ragazza obesa che a causa del suo peso è stata isolata sia dalla madre sia dalle persone che le stanno intorno, ed è stata declassificata a un livello inferiore rispetto agli altri. Questo le ha reso difficile qualunque tipo di socialità. Il grande ostacolo di Armanda non è  solo il rapporto difficile con il suo corpo, ma deve cercare di superare la condizione di malessere e il giudizio negativo che ha di se stessa". Giovanni Zambito.

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