giovedì 17 marzo 2011

CLAUDIO DEL PUNTA, REGISTA DI "HAITI CHERIE" VINCITORE PREMIO GIURIA DEI GIOVANI AL 60° FESTIVAL DI LOCARNO

13 febbraio 2009 - dall'inviato Giovanni Zambito. "Haiti Chérie", il film di Claudio Del Punta già vincitore del Premio Giuria dei Giovani alla 60.ma edizione del Festival di Locarno, martedì scorso ha preso parte nell'ambito della 59.ma Berlinale nella sezione Culinary Cinema, dedicata al cibo in tutti i suoi aspetti, gastronomico ecologico e politico.
Tra finzione e documentario "Haiti Chérie" racconta le disperate condizioni di vita nei batey, i villaggi di baracche nelle quali vivono gli immigrati haitiani impiegati nelle piantagioni di canna da zucchero in Repubblica Dominicana, privati di ogni diritto e tutela sindacale e sfruttati dai grandi proprietari terrieri.
Ce ne sono circa 500 nella campagne dominicane e ospitano più di un milione di haitiani. Le organizzazioni per i diritti umani hanno a lungo denunciato le terribili condizioni dei batey parlando di vera e propria schiavitù.
I protagonisti, Magdaleine e Jean Baptiste, accompagnati dall'adolescente Pierre, con il sogno di cambiare condizioni di vita attraversa la Repubblica Dominicana da un capo all'altro, cercando di togliersi dalla memoria il desolante panorama di ingiustizie, miseria e squallore per poi alla fine tornare rassegnati ad Haiti. Molti degli attori non sono professionisti, ma braccianti che lavorano e vivono nelle piantagioni di canna da zucchero nella Repubblica Domenicana.
La pellicola prodotta da Arethusa Film - Esperia Film girato nella lingua Kryol (creolo haitiano)-spagnolo con i sottotitoli in francese, inglese e italiano al 60° Festival del Film Locarno ha ricevuto il Premio Giuria dei Giovani e ha partecipato ad altre rassegne come il 52° International Film Festival di Valladolid, il 9° Rio de Janeiro International Film Festival e il 24° Festival International du Film d'Amour de Mons.
Abbiamo intervistato il regista Claudio Del Punta, non nuovo a questi film che vanno alla ricerca di mondi misconosciuti.
Che cosa la spinge a fare queste particolari scelte?
"Mi spinge innanzitutto il mio desiderio di conoscere nuove realtà e nuovi mondi per raccontare certe storie attraverso i film: sono paesi che possono offrire una visione differente su come affrontare la vita. Dal punto di vista culturale sono aperto alle nuove opportunità e la presenza di tutto un contesto sociale mi ha spinto a fare questo film nello specifico".
I protagonisti non solo pensano di andare via ma hanno lo fanno sul serio: sono in un certo senso più fortunati di chi resta rassegnato e oppresso?
"In realtà nella Repubblica Dominicana c'è una forte mobilità sociale: purtroppo la maggior parte delle persone costretta dalla mancanza di mezzi non possono pensare di investire dei soldi in un viaggio. Accade che molti tornano indietro per disperazione. "Haiti chérie" è  un film che denuncia la condizione di lavoratori portati ad Haiti con l'inganno mentre altri vi sono spinti dalla miseria".
Un film del genere però resta sempre nell'ombra come la forte realtà che denuncia: avete avuto difficoltà con la grossa distribuzione?
"Sì, ha avuto difficoltà ad essere distribuito: la civiltà occidentale si è uniformata anche culturalmente nei Festival e le rassegne di Venezia, Berlino e Cannes avrebbero dovuto accogliere un film del genere per farne una bandiera e illuminare su certe situazioni. Invece l'hanno rifiutato perché non vi recita una star: non è insomma un film da "tappeto rosso", nonostante sia proprio adatto ad essere rappresentato nei festival come accaduto in altri che magari sono più piccoli ma anche più liberi. Purtroppo per film di questo genere ci sono sempre più limiti".
E il Festival del Cinema di Roma?
"L'ha rifiutato per gli stessi motivi. E' stato rappresentato al cinema Aquila di Roma ma verrà proiettato anche a Torino, Milano e Firenze: è stato realizzato con sforzi personali e coordinato con buoni mezzi".
Quest'anno Culinary ha presentato cinque lungometraggi, cinque documentari e sei corti seguiti da esperienze gastronomiche e dibattiti. In cartellone anche altri due film italiani "Pranzo di Ferragosto" di Gianni Di Gregorio e "Terra Madre" di Ermanno Olmi, insieme a due cortometraggi, "Buono Come il Pane" di Giancarlo Matcovich e "Pasta Connection" di UniSG.

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