domenica 20 marzo 2011

Modà, Kekko Silvestre leader della band: "Noi ed altri esclusi per fare posto al principe Filiberto. Sanremo è morto, ma può resuscitare"

3 febbraio 2010 - "I Modà? Bravi, ma abbiamo fatto altre scelte". Francesco Silvestre, voce e leader della band milanese, incassa l'esclusione dal Festival di Sanremo come un colpo al cuore. Però capiamoci bene: se non andiamo in Tv viviamo lo stesso. Radunare 1.600 paganti all'Alcatraz, del resto, non è cosa che capita tutti i giorni. Il punto è  che sento parlare a nome di quei tanti colleghi che hanno subito il nostro stesso trattamento. Le altre scelte di cui parla Kekko hanno una sola parola d'ordine: l'audience. Ecco perché per i Modà non ci sarà posto, mentre il principe Filiberto o Irene Fornaciari, la figlia di Zucchero, saliranno sul palco dellAriston.
"Mi chiedo, però, che futuro avranno queste persone dopo questa esibizione: incideranno un album o andranno in tournèe? Non sarebbe stato meglio chiamarle come ospiti lasciando spazio a chi ha un progetto serio? Insomma, a chi con la musica ha qualcosa da dire".
A quanto pare l'avete presa molto male...
Io sono arrabbiato perché quelli come noi sono stati scartati per delle scelte assurde.
In sostanza contestate i criteri di selezione? 
Il direttore artistico del Festival, Gianmarco Mazzi è lo stesso che portò all'Ariston i Negramaro, che dal successo e dal palco di Sanremo passarono di lì a poco alla ribalta di San Siro. Credo che ancora oggi possa giustamente vantarsi di averli scoperti e lanciati. Allora mi chiedo come abbia potuto lo stesso Mazzi escludere una canzone come la nostra: una canzone deve essere scelta perché forte non perché scritta da qualcuno piuttosto che da qualcun altro.
Certo è che però per uno show televisivo l'audience importante, non crede? 
Assolutamente d'accordo. Ma allora per fare audience, personaggi come il principe Filiberto vanno invitati per intrattenere il pubblico nelle pause tra una canzone e l'altra, non per sostituirli alla musica che dovrebbe essere la ragione stessa dell'esistenza di una manifestazione come Sanremo. Avesse cantato un Fiorello, che uno che viene comunque dal mondo della musica, non avremmo avuto nulla da dire. Anzi, uno come Fiorello io lo vedrei addirittura bene a fare il direttore artistico del Festival.
Poi ci sono anche i cantanti che arrivano dai Talent Show...
Bravissimo e grandi doti vocali per il ragazzo che arriva da X-Factor. Poi però, siccome c'è lui, allora ne deve arrivare un altro di diritto anche da Amici, così siamo pari. Giudicate voi.
Torniamo alla vostra esclusione.
Posso dire che ci eravamo preparati per mesi a questo evento. Poi abbiamo scoperto di non essere abbastanza big nonostante 5 album pubblicati, svariate tournèe e un disco d'oro e singolo di platino, nel 2006, con Scusami. E di fronte alle scelte che sono state fatte resta tanta rabbia ma anche un profondo senso di frustrazione.
Crede che Sanremo sia morto?  
Sì, Sanremo è morto. Chiediamoci da quanto tempo non escono dall'Ariston canzoni destinate a restare negli anni e soprattutto perché canzoni come Amo di Fausto Leali, Adesso tu di Ramazzotti o Via Margutta di Luca Barbarossa hanno resistito al tempo mentre ora si fa fatica a ricordare chi ha vinto l'edizione dell'anno precedente.
E che risposta si è dato? 
Che non ci sono più cantanti. E il bello è che si continua a sostenere che ad uccidere la musica sia stato Internet, ma non è così. La musica è stata uccisa dai media, ormai in mano a persone senza passione, che distruggono il lavoro di chi, nonostante la crisi, ha ancora voglia di investire nella musica di qualità, come è capitato a noi con la Carosello, la nostra casa discografica.
Quindi per lei Sanremo è morto, ma può resuscitare? 
 Sì, a patto che si scelga, innanzitutto, un direttore artistico che viene dal mondo della musica. Che si cambino i criteri di selezione: il come è irrilevante, purché si scelgano le canzoni fregandosene di chi le ha scritte. E poi cambierei anche i criteri di valutazione: giuria di qualità, basta con il televoto. Giovanni Zambito, Il Clandestino.

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