domenica 6 marzo 2011

LIBRI, "PICCOLI. LA PANCIA DEL PAESE", INTERVISTA ALL'AUTORE DARIO DI VICO

Quattro milioni di piccole aziende, otto milioni di partite Iva rappresentano per un Paese un patrimonio vitale eppure la crisi oltre ad aver lasciato senza voce precari e disoccupati, ha pure coinvolto artigiani, piccoli commercianti e professionisti. Sono i "Piccoli. La pancia del Paese" di cui parla nel suo libro pubblicato per i Grilli Marsilio (pagg. 173, € 15,00) il giornalista Dario Di Vico, inviato ed editorialista del Corriere della Sera.
L'intervista parte da qual è stato il punto di partenza dell'inchiesta...
Senza la Grande Crisi ovviamente non ci sarebbe stata l'inchiesta e nemmeno il libro, ammette Di Vico. La crisi modifica, ristruttura, scongela. E fa apparire fenomeni che in precedenza erano tutt'al più dei fiumi carsici. Le vicende attuali della piccola e media impresa sono tutte in questo paradigma, la spina dorsale del paese ma il suo valore si dimostra quasi per differenza. il declino della grande impresa che fa vedere, avvalora, consacra. 
Lei sposa le parole del sociologo Prandstraller: in che senso o in quali particolari occasioni il governo mostra di non riconoscere le competenze dei professionisti se la maggior parte di questi vota per Berlusconi?
La somma delle conoscenze dei professionisti è un monte-saperi che non è contabilizzato ai fini delle esigenze di riposizionamento e rilancio dell'economia italiana. E' un errore. Il capitalismo di domani, il capitalismo del dopo-crisi sarà terziarizzato, vivrà di contaminazioni tra manifattura e terziario e di conseguenza i saperi saranno decisivi. Un governo attento a costruire e non solo a gestire l'esistente dovrebbe rendersene conto.
In che cosa soprattutto si vede il fallimento dell'Economia nel suo mandato sociale?
Il fallimento dell'Economia se si può dire così sta nel non aver accresciuto il consenso, nel non aver liberato energie, nel non aver fatto emergere il lato light dello sviluppo. Invece si vive in perenna emergenza e della globalizzazione paghiamo solo i danni.
Bellissimi gli esempi che riporta sulla "pancia del Paese" rappresentata da diverse categorie: quale persona, quale impresa l'ha maggiormente colpita? 
Forse la persona che mi ha più colpito è Fabio Padovan, il capo della Life. Bisogna andare nella sua fabbrica a Santa Lucia di Piave e capire il personaggio. Ogni dettaglio di quella fabbrica è stato studiato, analizzato, rielaborato secondo le convinzioni di Padovan e il suo venetismo.
Secondo lei, si parla ancora poco della crisi che ha colpito categorie professionali come quella di avvocati, architetti...? perché mai? non troverebbero adeguato spazio per dar voce al loro malcontento?
Se ne parla poco forse per pudore. E poi perché verrebbe fuori un conflitto generazionale aperto che vede da una parte i seniores e dall'altra gli juniores. Non c'è riequilibrio delle chance, non ci sono percorsi di carriera aperti. una situazione che non può reggere.
Perché un solo capitolo dedicato al Sud?
Perché oggi il sud è ancor più difficile da raccontare. Non mostra vitalità appare fermo, immoto, chiuso nelle sue contraddizioni. Ma non è un'alibi, solo una constatazione amara. Giovanni Zambito.

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