domenica 12 gennaio 2014

Professione editor/ Alessandro Baricco lancia Quindicilibri di scrittori esordienti: "Con pochissimo editing, per non smarrire la loro diversità"

Giovani scrittori di tutta Italia, ecco la vostra occasione. Avete in qualche cassetto un manoscritto, un’idea che vorreste trasformare in libro? Fa per voi una nuova iniziativa editoriale compiuta dalla Fandango Libri, che da poco ha lanciato Quindicilibri, una collana nuova di zecca che darà attenzione alle aspirazioni letterarie di scrittori emergenti avvalendosi di regole precise. Per esempio che tutti gli autori pubblicati in questa collana percepiranno lo stesso anticipo e la stessa percentuale e che non devono passare più di sei mesi da quando si decide che il libro verrà pubblicato alla sua effettiva pubblicazione. Il prezzo di copertina inoltre non dovrà superare quello di due biglietti per un film al cinema di prima visione e cosa davvero singolare che i testi si pubblicheranno così come sono: se proprio necessario sarà permesso un editing leggerissimo che non prevede interventi strutturali né profonde modificazioni.


“Il nome della collana non ha alcun riferimento coi famosi ‘Quindici’”, chiarisce ad Affari lo scrittore Alessandro Baricco, autore di libri cult come “Seta”, “Castelli di rabbia”, “Novecento”, “Senza sangue”, “Questa storia”.
La collana pubblicherà 15 libri, dopodichè chiuderà: quasi a tempo determinato. Perché?“Sia io che Dario Voltolini, che siamo i curatori della collana, sappiamo che non sapremo assicurare la passione e la cura necessarie oltre quel numero di libri, quindi l’abbiamo preso un po’ come un impegno”.
La collana pubblicherà solo opere prime. Quali sono le maggiori difficoltà che oggi un giovane scrittore incontra per emergere?“In Italia non è difficilissimo pubblicare: se hai qualità e costanza puoi farlo. Diventa più dif
ficile per alcuni tipi di scrittori: magari sono dei grandi talenti ma soprattutto all’inizio fabbricano libri imperfetti, con molte asperità, non rotondi, non armonici, diseguali per esempio”.
Che succede in questo caso?“Genericamente o non li si pubblica perché le case editrici fanno molte difficoltà anche se dicono ‘è molto bello: hai un sacco di talento ma questo libro non lo possiamo pubblicare’; oppure di solito li prendono, ma ma poi con un massiccio editing cercano di normalizzarli, ed è anche un’operazione legittima”.
Quale rischio potrebbe portare un editing eccessivo?“Puoi smarrire la cosa più preziosa che questi libri hanno: la loro diversità, la loro unicità”. 
Scegliete di non inserire la foto dell’autore e con poche note biografiche. Per dare centralità al testo?“Perché quando inizi hai questa sorta di privilegio: la gente non sa nulla di te per cui conta solo il libro, come dici giustamente tu. È una situazione che dura pochissimo perché poi da subito cambia e la gente comincia ad avere percezione di te: sei ricco, povero, del nord, del sud, ti definisce arrogante. Quindi è un momento aurorale di una carriera di scrittore, fantastico anche per questo: non sei nessuno biograficamente parlando per cui anche sui libri abbiamo pensato bene di conservare questa oscurità”.
Quando leggete i manoscritti che vi inviano lo fate pensando a un ideale lettore?“Semplicemente leggiamo e se il libro ha una forza, un’originalità ci sorprende e ci piace”.
E tu, come ricordi il tuo esordio letterario?“Sono stato abbastanza fortunato. Io lavoravo a ‘Linea d’ombra’ e quando ho scritto la prima parte del mio primo libro l’ho fatta leggere a Grazia Cherchi: le è piaciuto e mi ha portato da Rizzoli, dove hanno apprezzato il libro. Io l’ho finito e pubblicato: è stato un inizio abbastanza lineare. È stata una cosa piuttosto naturale, senza traumi: avevo già trent’anni e non ero un bambino”.
L’editing ha sacrificato qualcosa sul tuo racconto ‘artigianale’?“No: sono uno dei privilegiati perché allora l’editing fu realizzato da Grazia Cherchi che lo fece anche molto massiccio; però dopo io le dissi di aver preso alcuni sobri suggerimenti, ma per il resto mantenni il libro com’era, e lei mi ha lasciato libero di farlo, mi ha appoggiato e difeso fino all’ultimo. Quindi, ho potuto pubblicare in assoluta libertà”.
Per Repubblica hai commentato gli eventi attuali. Che influenza ha la storia sulla tua scrittura?“Sulla scrittura non saprei: quello che uno scrive sta in una parte impermeabile a moltissime cose, anche agli eventi storici. Riceve sicuramente qualcosa, ma il luogo dove stanno le idee e la scrittura è un luogo molto molto indipendente”.
La letteratura può aiutare a farsi un’idea dei fatti che si susseguono così velocemente?“Certamente sì. Penso che la letteratura possa essere preziosa per sfuggire alla semplificazione del racconto dei media: questo può essere il grande aiuto”.
“Les Adieux” della 24enne Arianna Giorgia Bonazzi è il primo volume della collana Quindicilibri già in libreria. Dopo l’estate usciranno “Metà guaro metà grappa” di Gessica Franco Carlevero e “Italian Cowboys” di Davide Lisino.
Giovanni Zambito (affaritaliani, 27 giugno 2007).

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