mercoledì 1 gennaio 2014

Europarlamento, intervista con l’onorevole Potito Salatto: al primo posto l’occupazione

Come affronterà l’esperienza da parlamentare europeo?
«La sto già affrontando con grande entusiasmo ed enorme interesse. Devo ammettere che sono rimasto molto sorpreso dall’atmosfera che si respira a Strasburgo: tutti sono ansiosi di fare bene e farlo il più presto possibile, senza perdere troppo tempo in chiacchiere.
La conoscenza dei problemi che riguardano la comunità europea è approfondita e c’è un clima diverso rispetto all’Italia. I colleghi sono davvero preparati e l’unico ostacolo, forse, è rappresentato dalla burocrazia, che è onnipresente e pesante».

Particolarmente in che cosa continuerà la sua linea politica e le sue battaglie?
«Al primo posto metto l’occupazione, mi piacerebbe dare una mano concreta a tutti quei giovani che hanno difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro. Per questo, insieme con altri colleghi, ho inoltrato alla Commissione un’interrogazione in cui chiedo che i fondi comunitari destinati alla formazione professionale siano concessi solo a quegli enti locali e alle realtà private che assumono una quota pari al 25 per cento dei corsisti alla fine del processo formativo finanziato. Sarebbe un modo intelligente di spendere questi soldi. Ancora, voglio dare grande enfasi al ruolo di Roma come capitale del Mediterraneo, di concerto con gli altri Paesi che affacciano su questo mare, a cui proporrò di dare vita a un tavolo comune. La mia linea politica, inoltre, mirerà a individuare e tenere vive le radici giudaico-cristiane nel contesto europeo».

In quale aspetto a suo avviso l’Italia può dare un ulteriore e originale contributo alla causa europea?
«Stimolando in tutti i modi i Paesi che mancano all’appello a dare il via libera al trattato di Lisbona. È un pilastro nel funzionamento dell’Unione, da cui non è possibile prescindere per due ragioni: consente di portare a termine un ulteriore processo di democratizzazione all’interno del Parlamento e individua responsabilità univoche, determina una direzione unitaria in politica estera. Su questo punto la delegazione italiana va molto d’accordo e deve dare tutto il contributo possibile. Bisogna fare in fretta».

Ci può dire qualcosa sui suoi hobby?
«Sono un inguaribile “gommonauta”. Per me la cosa più rilassante e divertente in assoluto è vivere il mare a bordo di un gommone. Da Paxos, l’isola greca dove trascorro le vacanze estive, faccio ripetute sortite nelle isole vicine. È la maniera ideale per ricaricare le batterie e cancellare lo stress». (15 settembre 2009).

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