mercoledì 1 gennaio 2014

Europarlamento, intervista all'onorevole Andrea Cozzolino: il Mezzogiorno ha bisogno di un'Europa più forte e più coraggiosa

Come affronterà l'esperienza da europeo parlamentare?
Il mio obiettivo è tener insieme la vicinanza ai problemi concreti del Mezzogiorno maturata in questi anni di intenso lavoro da amministratore con una prospettiva di respiro europeo ed europeista, volta a rafforzare il processo di integrazione e a rendere più incisive le politiche messe in campo dell’UE.
Sono convinto che il Mezzogiorno, così come lo scenario globale sempre più interconnesso in cui ci muoviamo, ha bisogno di un'Europa più forte e più coraggiosa.

Particolarmente in che cosa continuerà la sua linea politica e le sue battaglie?
Fin dalla prime fasi ho messo al centro del mio impegno la crisi economica, un rilancio delle nostre economie fondato su innovazione e sostenibilità e la grande questione dei diritti. Gli emendamenti che ho presentato al budget 2010 dell’Unione si sono concentrati su questi aspetti, ad esempio con la proposta di un progetto pilota per la rottamazione delle navi inquinanti - che darebbe un contributo a proteggere la qualità dell’aria e del mare e al contempo aprirebbe una nuova fase di crescita per un settore ad alta densità occupazionale come quello della cantieristica. Sul fronte dei diritti, dopo mesi di respingimenti e di segnali sbagliati sul fronte dell'assistenza sanitaria ai migranti in Italia, abbiamo lavorato per intensificare la collaborazione tra Paesi membri nel definire protocolli comuni per gestire i flussi migratori, in particolare i centri di accoglienza temporanea, e per garantire a tutti i cittadini - in regola o no - le cure e l'assistenza medica di cui hanno bisogno.

In quale aspetto a suo avviso l'Italia può dare un ulteriore e originale contributo alla causa europea?
L’Italia è stata tra le colonne portanti del progetto comunitario. Oggi questo ruolo è offuscato dalla scarsa credibilità di un Governo a cui partecipano forze che qui si definirebbero xenofobe – come la Lega – e di un Presidente del Consiglio che quotidianamente finisce nelle cronache internazionali per motivi molto distanti dalla politica e dalle scelte coraggiose e urgenti che lo scenario richiede. Ma sono tanti i fronti su cui il nostro Paese può contribuire a portare avanti il progetto comunitario. Penso ad esempio al ruolo che un Mezzogiorno più dinamico e attrezzato può svolgere nei rapporti tra Europa e Mediterraneo. Una relazione che può e deve crescere in tanti settori, dalla cultura alle politiche energetiche, dalla ricerca scientifica all'innovazione d'impresa, al settore infrastrutture e trasporti.

Ci può dire qualcosa sui suoi hobby?
Passerei giornate a leggere, soprattutto saggi. Ma la passione è da sempre la politica, che tende ad assorbire ore, attenzione ed energie. Tutti gli spazi che riesco a sottrarre al lavoro sono per mia moglie Anna e per i miei figli, Raffaella, Carlo e Antonio. (23 settembre 2009).

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