domenica 12 gennaio 2014

Arnoldo Foà: Leggi razziali, brutta storia! L'intervista

Intrattenersi a parlare con i personaggi dello spettacolo non sempre rappresenta a onor del vero un privilegio né tanto meno un piacere: quando però ci si imbatte nell'Artista con la A maiuscola come Arnoldo Foà è tutta un'altra storia. All'età di 92 anni e mezzo il maestro ancora nel pieno della sua attività: oltre alla recitazione infatti si diletta e si cimenta in altre espressioni dello spirito come la pittura, la scultura e la poesia.

E proprio nelle vesti di poeta domani sera a Roma per la XIII edizione del FontanonEstate al Parco della Rimembranza - Fontana dell'Acqua Paola (Gianicolo) con "Oltre la poesia" Arnoldo Foà reinventerà la sua arte in una serata-evento che offre un frizzante cocktail di suoi brani poetici, proposti e interpretati dal celebre attore insieme a Cristina Cellini, Lorenzo Degli Innocenti, Orsetta Fo con le musiche di Roberto Procaccini. "Io sono un poeta meraviglioso - afferma ridendo -, mi definisco un buffone".
A ottobre per i tipi di Corbo Editore uscirà un suo romanzo. Ce ne parli...
"S'intitola "Johanna e Luzmarin" ed ambientato alle Seychelles dove sono stato. Johanna è un personaggio femminile che ricalca tutte le particolari caratteristiche che hanno gli abitanti di quelle isole: sono persone vere, autentiche, piene di vita, semplici e allegre. Discendono dagli schiavi degli inglesi e dei francesi che li avevano colonizzati".
Che rapporto ha con la letteratura?
"Amo leggere ciò che mi piace e non saprei dire quale autore prediligo rispetto ad altri: leggo quello che giudico bello. Affermo senza ombra di dubbio che Dante è meraviglioso e come lui tutti quei letterati che hanno parlato sinceramente e scritto dietro autentica ispirazione. Non mi piacciono i poeti costruiti".
E lei dove trova l'ispirazione per comporre le sue poesie?
"Dove capita: la mia poesia è vera, quindi quando da dentro mi viene il desiderio di comporre la scrivo".
Maestro, lei si diletta pure nella pittura...
"E nella scultura: non lo dico naturalmente per essere "laudato" ma solo perché mi piace farlo. Sono una persona libera e se i miei lavori non piacciono non me ne frega niente. Ho anche allestito una mostra ma per diletto, senza pretese".
Si è tanto parlato delle leggi razziali: anche lei ne ha subito delle conseguenze, vero?
"Mi ero trasferito da Ferrara a Roma per studiare al Centro Sperimentale di Cinematografia, da dove sono stato cacciato nel 1938 in seguito alla promulgazione delle leggi razziali volute da Mussolini. Il periodo della guerra è stato molto duro, non mi era permesso lavorare, e per guadagnare qualcosa potevo solo sostituire sotto falso nome gli attori malati. Infine sono riuscito a fuggire da Roma e a raggiungere Napoli, dove erano arrivati gli alleati".
Ha seguito le polemiche seguite alle affermazioni del sindaco Alemanno?
"Non le ho seguite: so solo che le leggi razziali come il fascismo facevano schifo. Meno male che anche in quel periodo trovavo modo per divertirmi e gli italiani non erano cattivi: mi ricordo gli interrogatori tiepidi di un commissario di polizia che mi chiedeva se avessi un'amante o una fidanzata o una serva ariana e io rispondevo sempre "Signor no!". E' stato un brutto periodo e ha rappresentato una vergogna per la mia vita e per la storia degli italiani".
Oggi l'Italia e il mondo sono cambiati in meglio o in peggio?
"Le cose sono molto peggiorate. Quando leggo i giornali mi vien voglia di piangere per le terribili notizie di cronaca: bambini uccisi, suicidi, gente che ruba. Vorrei che tutti si volessero bene e si aiutassero gli uni con gli altri".
Ma c'è un aspetto positivo a livello politico, culturale, sociale...?
"No, non c'è: direi di no. Siamo veramente peggiorati". Giovanni Zambito. (09 settembre 2008).

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