sabato 4 febbraio 2012

Al Bano, Sanremo è la vera culla della musica italiana

29 gennaio 2008 - Dalla settimana scorsa per sette puntate nove uomini pronti a mettersi in discussione saranno in balia di una giuria femminile che sceglierà il più idoneo tra loro a fregiarsi del titolo di uomo ideale nel nuovo spettacolo del venerdì di Raiuno "Uomo e Gentiluomo", condotto da Milly Carlucci.

I concorrenti sono Al Bano, Marco Bonini, Danilo Brugia, Vincenzo Cantatore, Antonio Casanova, Nino D'Angelo, Kristian Ghedina, Alessandro Rostagno e Salvio Simeoli. Abbiamo intervistato Al Bano, il popolarissimo e raffinato cantante pugliese, cimentatosi nella prima puntata in una prova improvvisata di cucina. "La proposta di partecipare al programma - afferma - è capitata in un periodo abbastanza libero e mi andava di farlo: con la famiglia allargata devi produrre e portare a casa, quindi ci sono necessità da materializzare".
Nel programma si cerca l'uomo ideale, ma qual è la tua donna ideale?
"Appena la trovo te lo dico. Ne ho avuta una ideale per trent'anni di cui venticinque ben spesi. Una bella tenuta visto che i matrimoni al giorno d'oggi durano poco: mi è andata bene".
E Sanremo?
"Quest'anno mentre ci sarà il Festival io sarò a cantare in Romania, esattamente nel Parlamento di Bucarest, e due giorni dopo in Svizzera. Comunque, bene che ci sia. Personalmente ci vado ogni tre-quattro anni anche se l'ultima volta stato dopo otto anni perché c'erano stati un po' di imbrogli".
Quali imbrogli?
"Negli ultimi tre anni m'invitavano ma non reputavano le canzoni belle: invece lo erano. Non fa niente: io resisto".
Che pensi delle critiche?
"Le critiche ci sono sempre: Sanremo se le attira sempre come una calamita vicino a un chiodo, ma finché il Festival rimarrà nelle mani del buon Pippo andrà bene, perché ci sa fare: lo ama. Ci sono state invece persone avventatesi sul Festival anche se non c'entravano niente per cui si servivano del Festival per servire se stessi e non il contrario in modo da dare ai giovani la possibilità di uscire. Lì è la vera culla della musica italiana: lì sono nati grandissimi successi e alcuni cantanti che sono diventati internazionali devono dire grazie a Sanremo e portare rispetto".
Ti piace qualcuno dei partecipanti di quest'anno?
"A Sanremo hanno vinto sempre le canzoni. Bisogna sentire che cosa stanno portando".
Novità discografiche?
"Ho appena finito il disco "Religio: l'anima del mondo" un disco molto interessante con temi come "Stabat Mater" di Codali e la "Salve Regina" di Schubert".
A Natale il mercato italiano è stato invaso da una serie di "The best": che pensi di questo poco coraggio della nostra discografia a proporre musica inedita?
"Ognuno si regola da sè. Evidentemente conoscono meglio le esigenze di mercato e decidono quindi di percorrere quella strada".
Alcune tue attività nobili restano nell'ombra: per esempio sei ambasciatore dell'Onu...
"Quando mi chiamarono mi chiesi se avevano sbagliato soggetto: che c'entra un cantante con l'Onu? Ma poi ho scoperto che c'erano tanti personaggi del mondo dello spettacolo. Ricordo quegli incontri a New York seduto vicino a Mia Farrow, a fianco di Kofi Annan: intanto fanno uno studio del personaggio e poi chiedono se si vuole partecipare a questa attività. Nel mio caso, sono stato nominato ambasciatore contro la droga".
Hai dichiarato di voler realizzare un duetto con Celentano e Mina. Speriamo che con quest'ultima non sia virtuale come quello fatto da Giorgia...
"Ho fatto duetti con Montserrat Caballé, con Paco De Lucia, ho cantato insieme a Carreras e Domingo, a Bad Ischil in Austria: ho avuto tante esperienze interessanti di questo tipo. Per due anni ho lavorato nel clan Celentano nel '64-65 e... perché no? Mi piacerebbe. Ma non sarò mai io a fare il primo passo: non ne son capace. Se nasce il caso come in passato, va bene; altrimenti, pazienza".
E rispetto a una donna, il primo passo lo fai o lo aspetti?
"Lì nasce da un momento, quando scattano degli sguardi eloquenti sia da una parte che dall'altra che rivelano segnali dell'animo che devi captare. Perché se allo sguardo non segue un interesse allora guardi un altro cielo, un'altra strada". (Giovanni Zambito).

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