sabato 4 febbraio 2012

Rettore, il nuovo cd "Figurine" e il matrimonio: "L'ispirazione parte sempre dal dolore"

10 gennaio 2006 - Personaggio simbolo della canzone, Donatella Rettore è richiestissima come ospite in televisione e nelle migliori discoteche del Paese. Ha da poco pubblicato un bel nuovo cd dal titolo "Figurine" che contiene sette nuovi brani più le nuove versioni di quattro grandi successi - "Leonessa", "Di notte specialmente", "Kobra" e "Splendido splendente" - oltre a "Quanto t'amo", canzone portata al successo da Johnny Halliday, il cui testo in italiano è stato scritto da Bruno Lauzi. Ne è da poco uscito in tiratura limitata un bellissimo picture-disc, roba da far gola ai numerosi fan e ai più accaniti collezionisti dei mitici long-playing. Ispira pure da anni un artista, Antonello Morsillo, che dal 2001 la ritrae trasfigurata in illustrazioni digitali ammirabili in una mostra intitolata “Immaginata”, in programma dal 9 al 28 gennaio alla Biblioteca Elsa Morante di Ostia, alla cui inaugurazione c’era proprio lei come madrina. È come sempre in splendida forma.

Cara Donatella, come ci si sente nei panni di musa ispiratrice?“Non mi sento assolutamente una musa ispiratrice. Voglio bene a tutti gli artisti perché so quale tormento li anima, quello che sentono e quello che vivono dentro”.
E tu, da artista della musica, a cosa ti ispiri per le tue canzoni?
“L’ispirazione è dura a dirsi: parte sempre dal dolore, una situazione forte che ha origine da dentro che quasi ti fa arrivare a lacrimare, a piangere. Quando sto male e ho il groppo alla gola, prendo la penna e scrivo ed è terapeutico per me”
Hai pubblicato il cd "Figurine" dopo qualche anno di assenza. Che ne pensi del mercato discografico di oggi? E' vero che le regole sono così restrittive da impedire a molti giovani di esprimersi e di incidere?
“È difficile. Il fatto è che non ci sono più le case discografiche: si sono autodistrutte, specialmente per l’accordo che hanno raggiunto con le radio, le quali vivendo notoriamente di musica, improvvisamente sono diventate l’ago della bilancia perché il discografico ha deciso che dovesse funzionare di più un dato prodotto piuttosto che un altro. Quindi, tutte le radio trasmettono sempre le stesse canzoni imposte. Molti artisti allora sono costretti ad autoprodursi”.
Nel brano "Tutta la verità" canti “io per compagni ho solo i miei sbagli”: quale errore come donna eviteresti assolutamente di rifare nella tua vita?
“Come donna credo di avere raddrizzato un po’ i rovesci sentimentali avuti in questi anni con la convinzione che l’amore certo, l’amore vero è Claudio (Rego, ndr)”.
Sei anche un’icona del mondo gay. Che ne pensi dei cosiddetti Pacs e della politica italiana verso questa nuova realtà?“Nel mondo gay c’è la volontà di dire che prima di essere gay si è una persona con tutti i suoi diritti. Tutti i politici di ogni parte si comportano in modo schifoso: vogliono arrangiarsi le cose a loro modo. Salverei solo Nenni, Pertini e De Gasperi. Per quanto riguarda i Pacs, abbiamo fatto tanto per arrivare in Europa, ma monetariamente, psicologicamente e socialmente siamo retrogradi”.
Il pezzo "Figurine", che dà il titolo all’intera raccolta, nasce dall’esperienza televisiva del reality “La fattoria”, giusto?
“La sera tutti sporchi, stanchi, dovevamo stare fermi al freddo come figurine, appunto, per i collegamenti, e nessuno si lamentava. Io ero l’unica che si arrabbiava e disobbedivo”.
Nel tuo sito si dibatte di una tua presunta partecipazione al prossimo Festival di Sanremo. È così?“Sono stata invitata. Io però non sono una cantante da Sanremo: ho dei pezzi nuovi perché grazie a Dio sono un’autrice e non ho bisogno di chiederli ad altri, però non conto di andarci”.
Dopo quasi ventisette anni di convivenza tu e il tuo compagno nel settembre scorso siete convolati a nozze. C’era bisogno di una tale ufficializzazione?“Perché non ci sono appunto i Pacs e non ti viene riconosciuta la convivenza. Il mio è stato un matrimonio trasversale. Ai miei concerti venivano sempre due frati francescani che poi ho coinvolto nell’organizzazione e nella celebrazione delle nozze, che tra l’altro ho dovuto rinviare due volte per la morte dei miei genitori”.
Quindi, non dovremo più chiamarti “miss Rettore”?
“Sempre. Anzi, adesso è Claudio ad esser chiamato mister Rettore”. Giovanni Zambito (affaritaliani.it).

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