sabato 27 agosto 2011

Tv/ Veronica Pivetti fa la "prof." su Raiuno: "Bullismo a scuola? La colpa è degli adulti..."


ROMA - Nei panni della quarantenne professoressa di Lettere per la seconda volta, Veronica Pivetti torna in tv nella fiction "Provaci ancora Prof.", in onda su Raiuno in prima serata a partire da domenica 15 e lunedì 16 aprile per sei puntate. Forte del grande riscontro di pubblico avuto nella prima serie (una media di 7 milioni e mezzo di spettatori e il 28.92 di share), il film-tv, prodotto da Rai Fiction e realizzato da Endemol Italia, è sempre diretto da Rossella Izzo e conta su un nutrito cast formato tra gli altri da Enzo De Caro, Paolo Conticini, Serena Bonanno, Eleonora Giorgi, Hoara Borselli, Ilaria Occhini, Pino Ammendola, Ilaria Spada, Gegia e Claudio Bigagli.

“Sono felicissima di tornare in questo ruolo - confessa Veronica Pivetti - e ho aderito subito al progetto. Sono sei commedie nelle quali ho la possibilità di far emergere sfumature nuove del mio personaggio anche se permane la sua capacità di risolvere alcune situazioni con la battute e l’ironia”. Quale nuovo lato viene fuori della Prof.?
“A un certo punto Camilla Baudino in più occasioni si trova sola ed entra in una profonda crisi che investe ogni campo della sua vita: il lavoro, la famiglia e addirittura nel quarto episodio viene sospettata di essere l’omicida e le crolla un po’ tutto tanto che né il marito né il commissario sembrano crederle e sottovalutano la sua situazione. Appare un po’ più fragile e questo credo contribuisca a rendere più realistico un soggetto e più amabile un ruolo: di sicuro non inficia la trama. Il pubblico fa maggiormente tifo per chi si mette a nudo”.


Cosa pensi dei recenti fatti di cronaca che hanno investito la scuola?
“Ultimamente c’è stata davvero una degenerazione dei fatti anche se già ai miei tempi non è che tutti noi allievi fossimo dei fiorellini. Adesso forse è di moda nel senso che se ne parla. Sicuramente prima c’erano meno mezzi come il cellulare che in mano ai ragazzi diventa uno strumento potente: è chiaro che adesso la possibilità di perdersi è maggiore. I ragazzi, anche grazie a internet, hanno delle stimolazioni continue”.
Secondo te c’è un motivo scatenante?
“L’errore, il vero problema risiede nel mondo degli adulti che non si rende più affascinante con tutte queste belle cose tecnologiche. Come adulto bisogna analizzare dove si è sbagliato così clamorosamente tanto da preparare un mondo simile alla nuova generazione dei 15-20enni che arriva a scegliere certe soluzioni, forse perché gliele abbiamo servite troppo facilmente”.
Quando eri studentessa avevi anche tu dei professori preferiti?“Assolutamente sì. Ce ne sono due: un professore di Figura, di disegno, importante anche come maestro di vita, un uomo che mi ha insegnato ad essere profondamente critica, a non fare sconti a me né tanto meno agli altri. E poi alle scuole medie Luisella, un’insegnante di Lettere molto comprensiva.

Com’era Veronica Pivetti come allieva?
“Io non amavo per niente studiare ma sono molto felice di averlo fatto. Pur detestando la scuola che mi stufava, mi piaceva molto disegnare e infatti ho fatto il Liceo Artistico e l’Accademia di Brera: adesso che ho quarantadue anni mi ritrovo con un bagaglio culturale di cui vado orgogliosa”.
In base a quale criterio scegli di aderire a un nuovo lavoro?“Un progetto deve essere bello e convincermi: è un criterio molto semplice. Se lo trovo bello sono sicura che funzionerà: ci sono progetti nei quali investi tantissimo come per esempio 'Provaci ancora Prof.': quando è uscita la prima serie nessuno ci avrebbe scommesso più di tanto, mentre io e la regista ci tenevamo molto e ci abbiamo creduto come delle pazze e abbiamo avuto ragione. Davanti a un bel progetto sono gasatissima e ci investo tanto, altri li faccio perché è il mio mestiere: mi pare normale”.
Con una simile proliferazione continua di fiction, non c’è il rischio che qualche buon prodotto si bruci?“È un discorso un po’ delicato che riguarda anche la programmazione e la contro-programmazione. Per un attore è difficile mantenere il punto su quello che sta facendo e non sai se ti stanno mandando allo sbaraglio. Io penso che la fiction faccia solo bene: è una forma di comunicazione popolare che può essere di altissimo livello oltre al fatto che fa lavorare moltissime persone. Un bel prodotto in linea di massima viene sempre riconosciuto: ci può essere il caso in cui una contro-programmazione può crearti problemi, ma uno si augura di rifarsi la volta dopo. Credo che più se ne fa di fiction, meglio è”.

Cosa pensi dell’attuale panorama cinematografico italiano?“Non posso pensarne niente perché non ho avuto tempo di vedere niente. Dopo aver girato la fiction ho fatto un programma radiofonico notturno e per un po’ sono rimasta blindata: il lavoro di redazione cominciava alle sette di sera e la diretta durava da mezzanotte alle due; poi è cominciata la promozione di 'Provaci ancora Prof.'. Adesso non mi scocciate più (ride) e potrò andare a vedere tutto”.
Nei sei nuovi casi della Prof. Baudino, girati interamente a Roma per 25 settimane, Veronica Pivetti (che prossimamente vedremo in un’altra produzione intitolata “La Befana” per la regia di Rossella Izzo) passa con estrema disinvoltura, tra commedia e giallo, dalla cattedra alla scena del crimine e riesce a sbrogliare astrusi enigmi grazie al suo fine intuito di marca femminile e a un coraggio che sfiora l’incoscienza. (affaritaliani.it).

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