sabato 27 agosto 2011

Romina Power: "In viaggio in India ho capito che l'essere conta più dell'apparire"

4 gennaio 2006 - Anche standosene in disparte, lontana dalle luci e dalle inquadrature, nonché dai vari reality e dalla sete di gossip in generale, l’ex signora Carrisi non se ne sta certo con le mani in mano. Dopo aver imperversato per un periodo in tv in veste di conduttrice, mentre si cimenta costantemente nell’arte figurativa (ha tenuto varie mostre con i suoi dipinti), eccola tornare alla ribalta con una pubblicazione dal titolo “Upaya” (Fazi Editore, pagg. 78, € 24,50), alla faccia di chi per destare un po’ di attenzione da parte del pubblico deve lasciarsi e riconciliarsi in diretta televisiva.
Il cofanetto contiene un film, un mediometraggio firmato da Romina Power, nell'inedita veste di sceneggiatrice e regista. "Upaya" è una parola in sanscrito, significa "il mezzo" e rappresenta quando una cosa viene fatta con un diverso intento in mente. Come succede ad Hans, un ragazzo che lavora in un ospedale in Germania, un infermiere di un ospedale tedesco, alle prese con una missiva affidatagli da un paziente in fin di vita da recapitare a un ignoto destinatario in India, con la promessa di consegnarla personalmente ad un suo parente che vive a Varanasi. Dopo mesi di ricerche infruttuose, in seguito a una malattia che gli provoca febbri alte e strane visioni, l'uomo si incamminerà su un percorso di rinascita spirituale.
Il film di 30’ vede la partecipazione di Paolo Ferrari (voce narrante) e del figlio di Romina Power Yari Carrisi (musiche, fotografia e montaggio). Al DVD è allegato un libro con un diario indiano, arricchito di fotografie, illustrazioni e quadri, in cui l'autrice annota le sue impressioni e le sue idee di regia. Dal monastero incastonato tra le montagne dell'Himalaya, Hans ripercorre il suo approccio con il misterioso continente ricordando e raccontando il suo viaggio, la ricerca, la trasformazione, e ciò che ha portato al suo risveglio spirituale. Con Romina parliamo di “Upaya” ma anche della sua dimensione personale, dei cambiamenti avvenuti nella sua vita.
Il protagonista del libro è un ragazzo tedesco che si reca in India per consegnare una lettera. Anche Lei, signora Power, è stata in India. Quale occasione o ragione l'ha condotta lì?”Il mio primo viaggio in India risale al 1996 per un viaggio di lavoro. Poi ho dovuto aspettare sette anni prima di tornarci, in occasione del mio film, che ho voluto ambientare li”.
 Ci sono - presumo - dei tratti autobiografici nella storia: in quale parte del libro si ritrovano più frequentemente?
“Ritengo di avere una buona immaginazione. L'unica parte del libro in cui ci sono riferimenti autobiografici, é il diario indiano”.
Dell'esperienza fatta in India, che cosa l'ha colpita maggiormente? Quale segno Le ha impresso?”Mi ha colpito tutto dell'India. Ma in "Upaya" ho voluto concentrare la mia attenzione sull'aspetto spirituale. Ho avvertito una forte energia nei templi, soprattutto in quelli più antichi e mi hanno lasciato una forte impressione anche le persone, i loro sguardi, la loro apertura mentale.
Che cosa è cambiato nella sua scala di valori?”Avvicinarmi alla spiritualità indiana mi ha fatto rendere conto che l'essere è molto più importante dell'apparire”.




Le immagini del cortometraggio possono essere ricollegate in un certo modo alle parole del romanzo, per completarlo?
"Forse sì, nel senso che nel corto molte cose sono rimaste non-dette. Appena accennate, suggerite, aperte all'interpretazione individuale”.
Il film è stato da Lei diretto e sceneggiato: riguardandolo da spettatrice, Le sembra un lavoro ben fatto e adeguato alle sue aspettative?"Non avevo aspettative. Il mio lavoro è stato molto istintivo. Certamente si ha sempre la sensazione di poter fare meglio le cose, oppure in un’altra maniera. Ma se "Upaya" è così come è, una ragione ci sarà”.
Alla colonna sonora ha partecipato pure suo figlio Yari. Anche l'altra figlia sta intraprendendo la carriera musicale. Che cosa consiglia loro per affrontare meglio questo tipo di lavoro?“Sì, anche Cristel compone e canta, ha una forte sensibilità musicale. Consigli: io a loro? perché, lei pensa veramente che li ascolterebbero?” (affaritaliani.it).

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