mercoledì 1 giugno 2011

MARCO PRESTA, IN SCENA AL TEATRO VITTORIA CON "L' ULTIMO ITALIANO"

04 marzo 2008 - Se pensate che il livello culturale, artistico, politico del nostro bel Paese si sia da qualche anno a questa parte abbassato e che non si può far più riferimento agli artisti, agli inventori e ai geni di una volta, non avete ancora visto lo spettacolo "L’ultimo italiano" che Marco Presta da martedì sera porta in scena fino al prossimo 20 marzo sul palco del Teatro Vittoria di Roma. Il titolo la dice già lunga e le note di regia curata da Fabio Toncelli, co-autore con lo stesso Presta del testo, confermano la prima impressione: la nuova commedia infatti "racconta la tormentata ricerca, da parte di una studiosa romantica e cocciuta, dell’ultimo esemplare di una razza ormai sparita dalla faccia della terra: l’Italiano".
Marco Presta, dal 1995 impegnato quotidianamente nella trasmissione radiofonica oramai cult "Il ruggito del coniglio" di Radio2, con Antonello Dose, non è nuovo a questo genere di spettacolo teatrale, ma vederlo e sentirlo argomentare sulla futura e probabile estinzione dell’italiano è un’occasione imperdibile. Accanto a lui gli attori Cristina Aubry, Giancarlo Casentino e Riccardo Manzi: come farà però a districarsi fra gli impegni radiofonici e la rappresentazione teatrale?
"Cerco", confessa, "soprattutto di sopravvivere, dato che per andare in onda alla radio mi alzo ogni mattina alle sei e i ritmi del teatro t’impongono di stare alzato fino a tardi. È difficile, ma devo riuscirci".

In che senso l’italiano va estinguendosi?
"È un’ardita metafora: qui il riferimento è allo stato di creatività e di vitalità intellettuale del nostro Paese e fino a quando ci additeranno le canzoni di Sanremo come esempio non possiamo che collocarci sull’orlo dell’estinzione. Nella trama dello spettacolo immaginiamo che l’unico italiano rimasto sulla terra viva ad Helsinki e non sa di esserlo. Una studiosa cercherà di far emergere in lui quei tratti tipici dell’italianità".
Quali sarebbero gli aspetti che ci identificano agli occhi di chi non è italiano?
"La cosa curiosa è che quando siamo alla presenza di stranieri vengono fuori di noi solo gli aspetti positivi cioè il senso di ospitalità e di accoglienza, la simpatia e la genuinità. I veri problemi sono all’interno del condominio: siamo abituati a fregarci fra di noi".
Quanto allo Stato italiano, non credi che sia il Vaticano a rappresentarci maggiormente?
"Hai ragione: paradossalmente accade questo. Il Vaticano esiste ancora come Stato e ci suggerisce di fare o non fare ciò che reputa opportuna. Lo Stato italiano, invece, è oramai un’immagine artificiale, latitante, non c’è più. E il senso dello Stato manca proprio perché non esiste lo Stato; un po’ come fino ad una certa età si crede all’esistenza di Babbo Natale: arriviamo poi a capire che non esiste e quindi non ci si crede più. Lo Stato italiano è impalpabile, una leggende destinata ad essere tramandata nel futuro come tante altre leggende".
Allora un certo passato glorioso dell’Italia che valore può assumere?
"Pensando in maniera ottimista dovrei risponderti che dovrebbe stimolarci ma non lo credo molto. Diciamo che a mio avviso abbiamo dato tutto quello che avevamo da dare, un po’ come Altafini nell’ultima stagione giocata nella Juventus: si sapeva che davanti aveva poca carriera. Purtroppo in questo passaggio storico non abbiamo molto da dire: magari passerà ma non così velocemente".
Studiosi hanno affermato che la razza italica è destinata davvero a scomparire: credi che dovremmo ormai pensare in modo "mescolato e meticcio"?
"Esattamente: non è una scomparsa della nostra "razza", ma un’evoluzione, un’occasione per rilanciare la nostra cultura e la nostra vitalità artistica: rispetto al passato non ci sono più nomi rappresentativi nei diversi campi dell’espressione".
C’è chi difende ciò che è proprio dell’Italia, mentre altri elogiano e seguono solo ciò che viene dall’estero…
"Quello è provincialismo. Trovo un po’ ridicolo e grottesco affidarsi a una moda: è un atteggiamento che non mi piace". Giovanni Zambito.

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