Raiuno
riapre la nuova stagione con la fiction che tante soddisfazioni ha
regalato “sia per i risultati che per quello che abbiamo
raccontato” dice Agostino Saccà, direttore di RaiFiction, alla
presentazione della seconda serie di “Giorni da Leone”, il
film-tv con Luca Barbareschi nei panni di un fotografo della natura,
alle prese con i figli e le sue ex-compagne, impersonate da Lucrezia
Lante Della Rovere (che anche nella vita reale è stata sua partner),
Edy Angelillo e Beatrice Luzzi.
L’istrionico
neo-cinquantenne Luca Barbareschi si sofferma ad analizzare i suoi
trascorsi e ad analizzare il suo temperamento: “So di avere un
carattere del tutto particolare - confessa-, abituato come sono a
battagliare e a polemizzare; ho costruito e distrutto molte cose
della mia carriera appunto per come sono fatto, ma anche amori e
persino i rapporti con i miei figli, facendo quasi impazzire le donne
che ho amato: sono fatto così e purtroppo mi nutro anche di questo
aspetto”.
C’è un motivo per
cui ti comporti così?
“Un mio amico ha
applicato su di me un principio matematico, la cosiddetta ‘curva di
Gauss’: nel momento in cui sono al mio massimo si possono intuire
le mie prossime scelte che mi porteranno a distruggere scientemente
tutto quello che ho fatto. Lo so e ne ho la certezza. In questo
momento di successo ho una tale pulsione di morte da spingermi a dire
o fare cose che assolutamente avevo prima scelto di non dire e non
fare”.
Difficilmente come
artista torni a ripeterti. Come mai ti ritroviamo nei panni di
‘Leone’?
“Sono molto contento di
avere fatto questa nuova serie. In altre occasioni mi sono ripetuto:
con ‘C’eravamo tanti amati’ ho fatto mille puntate, de ‘Il
grande bluff’ due edizioni. Quando un prodotto va bene e si può
fare rifare ben venga: significa che si è imbroccato una cifra
stilistica produttiva e interpretativa. Per istinto mio ho fatto
sempre cose nuove data la mia natura inquieta: mi piacerebbe ancora
fare un concerto dal vivo, suonare jazz, studiare musica classica e
fare viaggi perché sono innamorato della vita”.
Hai pure fondato una
casa di produzione…
“Sì, la Casanova
Entertainment che oggi rappresenta una società di produzione di
grande respiro in quanto si occupa di teatro, cinema, televisione e
anche di telefonia. Siamo riusciti a dare un senso a quella che è la
produzione editoriale anche di chi lavora per la Rai usando al meglio
la mia creatività dal punto di vista imprenditoriale e produttivo.
Abbiamo fatto un accordo con Rai Cinema per la distribuzione delle
cose prodotte.”.
Che effetto ti fa
lavorare con Lucrezia?
“Con Lucrezia mi trovo
a vivere un rapporto pornografico al contrario. Chi avrebbe detto che
anni dopo ci saremmo ritrovati a rivivere le stesse cose che vivevamo
in una maniera assolutamente diversa? Noi ci siamo amati come Bonnie
e Clyde ed eravamo complici e appassionati combinandone parecchie.
Baciarci e accarezzarci senza provare nulla o molto meno di quello
che provavamo prima è stato davvero strano”.
Sei impegnato su un
altro set al momento?
“Sto lavorando a ‘Donna
Roma’, un film-tv in quattro puntate”
Il cinema invece?
“Io non faccio parte
della setta; il cinema è la mia spina nel cuore. Per esempio aspetto
ancora che la Rai mandi in onda ‘Il trasformista’, film
coprodotto con la Rai stessa: non ne capisco il perché, visto è va
in onda qualsiasi cosa. Certo, è un film politico, ma assolutamente
al di sopra delle parti. Mi piacerebbe fare un film da regista e come
attore, ma in questi anni non ho avuto offerte da altre case di
produzione”
Perché?
“Non lo so e
sinceramente ne soffro perché mi piacerebbe lavorare con dei
colleghi. Non credo per ragioni politiche: oggi tutto è diventato
una barzelletta e nessuno ha il coraggio di prendere una posizione.
Ho fatto ‘Il Gattopardo’ in teatro parlando in maniera alta di
politica, non partitica, ma disquisendo della tragedia di un Paese
che non riesce a superare i propri limiti fisiologici e strutturali,
per cui non riesce a diventare adulto. Credo che il cinema sia una
cosa di clan in cui il mio ruolo, facendo anche il produttore, viene
vissuto con fastidio. Io al contrario non faccio e non ho mai fatto
distinguo”.
A livello di
popolarità, pensi che riproponendoti in un personaggio di successo
il grande pubblico possa identificarti meglio anziché vederti
passare da un genere all’altro?
“La soddisfazione più
grande è stata questa: io non sono un attore popolare nel senso
largo della parola. Ho avuto sempre questo problema per le reti
ammiraglie nel momento in cui si chiedono se piaccio o no da
Canicattì fino alla Val d’Aosta per affidarmi un ruolo: anche a
teatro ho fatto prodotti mirati e trasformare me in un personaggio
nazional popolare non era facile, perché io sono naturalmente uno
snob, un sofisticato. Sono riuscito a farlo quando ho lavorato contro
di me, quando ho fatto sparire Barbareschi sia ne ‘Il grande bluff’
dove ho ucciso la mia faccia e interpretato diversi personaggi sia in
‘C’eravamo tanti amati’ dove usavo personaggi nazional-
popolari. In realtà, lavoravo contro queste cose e oggi credo di
aver conquistato una fascia di pubblico medio-alta ottenendo via via
più consensi”.
Diretta da Francesco
Barilli, la miniserie Giorni da Leone 2 andrà in onda su
Raiuno il martedì e il giovedì e precisamente il 5, 7, 12 e 14
settembre 2006. Tra gli altri interpreti, Silvia Cohen, Laura
Marinoni, Paolo Malco ed Enrico Mutti.
Giovanni Zambito
Intervista del settembre 2006
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