domenica 24 maggio 2015

Luca Barbareschi: “Macchè nazional-popolare! Io sono uno snob per natura”

Raiuno riapre la nuova stagione con la fiction che tante soddisfazioni ha regalato “sia per i risultati che per quello che abbiamo raccontato” dice Agostino Saccà, direttore di RaiFiction, alla presentazione della seconda serie di “Giorni da Leone”, il film-tv con Luca Barbareschi nei panni di un fotografo della natura, alle prese con i figli e le sue ex-compagne, impersonate da Lucrezia Lante Della Rovere (che anche nella vita reale è stata sua partner), Edy Angelillo e Beatrice Luzzi.

L’istrionico neo-cinquantenne Luca Barbareschi si sofferma ad analizzare i suoi trascorsi e ad analizzare il suo temperamento: “So di avere un carattere del tutto particolare - confessa-, abituato come sono a battagliare e a polemizzare; ho costruito e distrutto molte cose della mia carriera appunto per come sono fatto, ma anche amori e persino i rapporti con i miei figli, facendo quasi impazzire le donne che ho amato: sono fatto così e purtroppo mi nutro anche di questo aspetto”.
C’è un motivo per cui ti comporti così?
“Un mio amico ha applicato su di me un principio matematico, la cosiddetta ‘curva di Gauss’: nel momento in cui sono al mio massimo si possono intuire le mie prossime scelte che mi porteranno a distruggere scientemente tutto quello che ho fatto. Lo so e ne ho la certezza. In questo momento di successo ho una tale pulsione di morte da spingermi a dire o fare cose che assolutamente avevo prima scelto di non dire e non fare”.
Difficilmente come artista torni a ripeterti. Come mai ti ritroviamo nei panni di ‘Leone’?
“Sono molto contento di avere fatto questa nuova serie. In altre occasioni mi sono ripetuto: con ‘C’eravamo tanti amati’ ho fatto mille puntate, de ‘Il grande bluff’ due edizioni. Quando un prodotto va bene e si può fare rifare ben venga: significa che si è imbroccato una cifra stilistica produttiva e interpretativa. Per istinto mio ho fatto sempre cose nuove data la mia natura inquieta: mi piacerebbe ancora fare un concerto dal vivo, suonare jazz, studiare musica classica e fare viaggi perché sono innamorato della vita”.
Hai pure fondato una casa di produzione…
“Sì, la Casanova Entertainment che oggi rappresenta una società di produzione di grande respiro in quanto si occupa di teatro, cinema, televisione e anche di telefonia. Siamo riusciti a dare un senso a quella che è la produzione editoriale anche di chi lavora per la Rai usando al meglio la mia creatività dal punto di vista imprenditoriale e produttivo. Abbiamo fatto un accordo con Rai Cinema per la distribuzione delle cose prodotte.”.
Che effetto ti fa lavorare con Lucrezia?
“Con Lucrezia mi trovo a vivere un rapporto pornografico al contrario. Chi avrebbe detto che anni dopo ci saremmo ritrovati a rivivere le stesse cose che vivevamo in una maniera assolutamente diversa? Noi ci siamo amati come Bonnie e Clyde ed eravamo complici e appassionati combinandone parecchie. Baciarci e accarezzarci senza provare nulla o molto meno di quello che provavamo prima è stato davvero strano”.
Sei impegnato su un altro set al momento?
“Sto lavorando a ‘Donna Roma’, un film-tv in quattro puntate”
Il cinema invece?
“Io non faccio parte della setta; il cinema è la mia spina nel cuore. Per esempio aspetto ancora che la Rai mandi in onda ‘Il trasformista’, film coprodotto con la Rai stessa: non ne capisco il perché, visto è va in onda qualsiasi cosa. Certo, è un film politico, ma assolutamente al di sopra delle parti. Mi piacerebbe fare un film da regista e come attore, ma in questi anni non ho avuto offerte da altre case di produzione”
Perché?
“Non lo so e sinceramente ne soffro perché mi piacerebbe lavorare con dei colleghi. Non credo per ragioni politiche: oggi tutto è diventato una barzelletta e nessuno ha il coraggio di prendere una posizione. Ho fatto ‘Il Gattopardo’ in teatro parlando in maniera alta di politica, non partitica, ma disquisendo della tragedia di un Paese che non riesce a superare i propri limiti fisiologici e strutturali, per cui non riesce a diventare adulto. Credo che il cinema sia una cosa di clan in cui il mio ruolo, facendo anche il produttore, viene vissuto con fastidio. Io al contrario non faccio e non ho mai fatto distinguo”.
A livello di popolarità, pensi che riproponendoti in un personaggio di successo il grande pubblico possa identificarti meglio anziché vederti passare da un genere all’altro?
“La soddisfazione più grande è stata questa: io non sono un attore popolare nel senso largo della parola. Ho avuto sempre questo problema per le reti ammiraglie nel momento in cui si chiedono se piaccio o no da Canicattì fino alla Val d’Aosta per affidarmi un ruolo: anche a teatro ho fatto prodotti mirati e trasformare me in un personaggio nazional popolare non era facile, perché io sono naturalmente uno snob, un sofisticato. Sono riuscito a farlo quando ho lavorato contro di me, quando ho fatto sparire Barbareschi sia ne ‘Il grande bluff’ dove ho ucciso la mia faccia e interpretato diversi personaggi sia in ‘C’eravamo tanti amati’ dove usavo personaggi nazional- popolari. In realtà, lavoravo contro queste cose e oggi credo di aver conquistato una fascia di pubblico medio-alta ottenendo via via più consensi”.

Diretta da Francesco Barilli, la miniserie Giorni da Leone 2 andrà in onda su Raiuno il martedì e il giovedì e precisamente il 5, 7, 12 e 14 settembre 2006. Tra gli altri interpreti, Silvia Cohen, Laura Marinoni, Paolo Malco ed Enrico Mutti.

Giovanni Zambito

Intervista del settembre 2006

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