giovedì 31 maggio 2012

“Scetticismo. Una vicenda filosofica”: la filosofia può risolvere i problemi d’oggi e aiuta a distinguere il reale dal virtuale





19 maggio 2007 - Il pensiero occidentale è da sempre attraversato in profondità dalla cosiddetta “sfida scettica” che mette di fronte a questioni e domande dal forte impatto filosofico e sociale: è possibile la conoscenza? Siamo giustificati a credere ciò che crediamo? Possiamo vivere senza certezze? Edito da Carocci, il volume Scetticismo. Una vicenda filosofica (pagg. 298, € 20,00) discute, con chiarezza ed esaustivo rigore le risposte che nel corso della storia i filosofi hanno offerto alla sfida degli scettici: da quelle di quanti hanno presunto di mostrarne l'infondatezza, a quelle di chi ha ritenuto che non fosse possibile darne soluzione, fino a quelle di chi ne ha accettato con serenità le sconcertanti implicazioni.

 Lo scetticismo - dice il prof. Mario De Caro, Ricercatore di Filosofia Politica all’Università Roma Tre, curatore del volume con Emidio Spinelli, professore associato di Storia della Filosofia Antica a ‘La Sapienza’ - è un problema che è stato costantemente di fronte agli intellettuali e ai filosofi per più di duemila anni: noi cerchiamo di fare un bilancio generale della questione chiamando a discutere delle diverse parti esperti dei singoli periodi.
Qual è l’idea base del volume?“L’idea che muove questo libro è quella per la quale la storia della filosofia è rilevante per la filosofia che va fatta sui problemi: non è una disciplina morta come l’astrologia, ma serve ad affrontare le sfide quotidiane, intellettuali e non solo”.
Etimologicamente ‘scetticismo’ significa ricerca. Oggi qual è il suo campo specifico? “Pensi ad alcuni film, a “Matrix” per esempio: ci parla di un mondo di inganno che sembra quasi quello di Cartesio, di inganno radicale in cui si vive una realtà virtuale, mentre quella vera, pur terribile, ci è nascosta e non ne siamo consapevoli. È la riproposizione in termini tecnologicamente moderni di una sfida classica come dimostrare innanzitutto che noi non siamo in una situazione simile rispetto a problemi generali, anche di carattere politico. Pensi ad un altro film, “Il Truman show”: il protagonista è l’unico a non sapere di essere in un film basato su di lui. Come facciamo a sapere qual è la vera realtà aldilà delle apparenze? È un tema che si può declinare in infiniti modi”
Può risultare pericoloso…“Tanto più questo problema è vivo oggi quanto più la tecnologia può portare a situazioni virtuali, apparentemente reali, ingannevoli”.
Come ‘Second Life’ per esempio?“Quello è un caso in cui c’è un distacco critico ma si può immaginare che qualcuno arrivi a percepirla più vera del vero. Temo il momento in cui questo qualcuno si dispererà e magari si suiciderà perché ha perso casa a ‘Second Life’”.
Che cosa resta oggi dello scetticismo come corrente filosofica?“Molto, perché lo scetticismo più che una corrente filosofica è stata un atteggiamento, una sfida ed è ancora vivo. È un atteggiamento di chi vive la vita senza dogmi, tipico degli scettici antichi; è invece una sfida intellettuale tipica dello scetticismo moderno che va risolta: come si distingue ciò che è reale e importante da ciò che è apparente e virtuale”.
Sesto Empirico aveva definito il sistema scettico come una ragione cui si oppone sempre una ragione di egual valore. Non si corre rischio di continuare all’infinito senza arrivare a qualcosa di concreto portando a soluzioni relativistiche o assolutistiche?“Alcuni saggi dell’ultima parte del libro trovano una categoria intermedia fra il nichilismo e il dogmatismo, un altro ismo, il fallibilismo. Ogni credenza che noi abbiamo potrebbe essere falsa ma non tutte insieme: non abbiamo ragione di credere che il sistema di credenze con cui affrontiamo la vita di tutti i giorni sia falso nella sua complessità. Tuttavia dobbiamo essere prudenti perché di nessuna singola parte possiamo essere certi”
Detto così è allora uno stimolo positivo a continuare, a non adagiarsi, a migliorarsi…
“Certamente, in primo luogo. Secondo evita il rischio del dogmatismo anche nella scienza o nella religione. In tutti i campi ognuno sa che le credenze che abbiamo sono sempre fallibili e migliorabili”
Una cosa è il dogma in generale, un’altra i dogmi delle Chiese…“Quello è un esempio concreto. Guardi che non c’è troppa differenza tra chi dogmatizza una fede religiosa o chi dogmatizza certe teorie scientifiche: in fondo Galileo trovò l’opposizione di chi aveva delle idee scientifiche oltre che religiose molto radicate. E questo accade anche oggi: personalmente difendo una posizione anche dal punto di vista epistemologico fallibilistica, prudente”.
Secondo Lei, oggi qual è un ostacolo alla ricerca filosofica?
“In Italia c’è ancora una mentalità per cui la filosofia è una disciplina sostanzialmente legata alla sua storia ma che non ha un’attualità: è una visione che per fortuna stiamo erodendo e sta cambiando. La filosofia è la ricerca di soluzioni di problemi attuali e non solo storia di chi ha pensato nel passato, ma presenza di chi ci prova oggi. Si pensi alla filosofia della politica che cerca di delineare scenari di giustizia”. Giovanni Zambito (affaritaliani.it).


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