mercoledì 11 novembre 2015

ALESSIO CHIODINI, DAL TEATRO A FIGLIO DELLA "LADRA" PIVETTI: PUNTO SULLA NATURALEZZA E SPONTANEITÀ

Un ragazzino di diciassette anni, inquieto come tutti gli adolescenti, deciso ad affrontare in maniera "adulta" le prime esperienze sentimentali e i battiti del cuore: è l'identikit di Lorenzo, il personaggio che il giovane Alessio Chiodini (21 anni, quasi) interpreta ne "La ladra", fiction di successo della domenica di Raiuno che vede Veronica Pivetti nei panni della protagonista Eva, cuoco di giorno e ladra alla Robin Hood di notte. Ha cresciuto da sola il figlio Lorenzo, che le procura non poche preoccupazioni. «Il mio personaggio - confessa Alessio Chiodini - è il classico adolescente alle prese con le problematiche e le vicende amorose».

Che rapporto ha con la madre?
Particolare: gli manca la figura paterna, quindi nei suoi confronti si sente un po' figlio e un po' marito e ha nei suoi riguardi un senso di protezione misto a gelosia che lo portano anche a litigare con lei.
Nella serie hai anche una fidanzata interpretata da Ilaria De Laurentiis...
Sì, si chiama Malù e con lei ha un rapporto divertente, molto tenero e dolce. Via via le vicende della madre gli porteranno degli sconvolgimenti ed Eva stessa dovrà affrontare situazioni abbandonate da tempo: lei aveva smesso di rubare una volta che ero nato io.
La tua vita reale quanto somiglia a quello della finzione televisiva?
Vi assomiglia moltissimo in quanto le problematiche di un adolescente alla fine son quelle: la ragazza, i genitori, le discussioni, la vita è più o meno quella. Ho puntato quindi molto sull'arma della naturalezza, della spontaneità in questo lavoro.
Nella vita reale ce l'hai una ragazza?
Sì, sono fidanzato e lei si chiama Federica.
Com'è il vostro rapporto?
Con lei ho un rapporto sincero e dolce, lei rappresenta il mio vero prototipo di ragazza, sia fisicamente che caratterialmente: bionda, piccolina, con un viso bellissimo (che io ritengo fondamentale in una donna per piacermi), molto tenera ma allo stesso tempo con un bel caratterino. Amo le ragazze dolci ma che sappiano dire la loro, che quando pensano una cosa e te la dicono in modo diretto, anche a costo di scontrarsi con il partner, riconoscendo comunque quando si trovano in torto!
Per inscenare il rapporto con Malù ti sei ispirato a qualche tua storia d'amore?
Come ho fatto in tutte le altre vicende della fiction, le situazioni che riguardavano il mio rapporto con Malù ho cercato di affrontarle come se stessi nella vita "reale", trovando i miei punti di contatto con il personaggio di Lorenzo. Sì, si può dire che ho cercato ispirazione anche nelle mie storie passate.
Qual è la tua formazione artistica?
La mia formazione parte dal teatro: sin da piccolo ho amato la recitazione e mi sono cimentato in più spettacoli che a tredici anni mi hanno portato a recitare al Teatro Quirino. Con "I Cesaroni" mi sono affacciato al mondo della televisione con un piccolo
ruolo e adesso eccomi su Raiuno.
A scuola come andavi?
Ho frequentato il liceo scientifico e andavo abbastanza bene: sei e mezzo-sette era la media, me la cavavo.
Quale materia amavi e odiavi di più?

La materia che amavo di più alle superiori era epica, soprattutto quella classica. Ho una passione particolare per i miti greci e romani, ma più in generale per tutta la storia che va dalla Mesopotamia al Medioevo. La materia che invece odiavo di piu era fisica, e in un certo senso anche matematica. Non si direbbe che ho frequentato il liceo scientifico e l'università di economia; ebbene sì, sono un po' masochista.
Puoi raccontare un episodio divertente?
Di episodi divertenti ce ne sarebbero tanti: sicuramente, le lotte di copiatura che avvenivano durante le versioni di latino non me le dimenticherò mai, i piu bravi traducevano e a scala tutti ci passavamo il contenuto delle cartacce con i versi tradotti. La cosa scioccante era che dopo tutto il travaso, la traduzione che arrivava all'ultimo compagno il più delle volte era totalmente diversa da come era stata tradotta, e puntualmente non si arrivava alla sufficienza.
E i tuoi compagni come ti vedevano dato il tuo impegno nella recitazione?
Quando frequentavo il liceo non ero così immerso in quest'ambito, ma cominciavo a fare i primi passi: loro vedevano in me delle potenzialità quando li invitavo alle mie rappresentazioni e mi spingevano.
E i tuoi genitori hanno dei timori verso questa professione?
Questa professione i timori li comporta sempre e comunque. Credo però che la passione delle cose vada al di sopra di tutto, bisogna prima spingere nei campi delle attitudini che si hanno, se poi non ci si riesce, comunque ci si è provato. L'importante è quello: guardarsi indietro e non avere rimorsi o rimpianti.

Che mestiere fanno? Quando hanno capito che era il caso di sostenerti sulla strada della recitazione?
Mio padre è imprenditore mentre mia madre è una parrucchiera. Loro hanno sempre riconosciuto delle potenzialità in me ma sapendo i rischi dell'imprevedibilità di questo mestiere, inizialmente erano un po' scettici. Solo con il continuo dialogo hanno capito quale passione nutro per quest'arte e che priorità ha nella mia vita. Grazie poi alle opportunità che mi sono capitate, in primis "la Ladra", si sono convinti totalmente. (intervista del 27 settembre 2010)

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