martedì 15 ottobre 2013

DANZA - INTERVISTA ESCLUSIVA ALL'ETOILE GIUSEPPE PICONE: "ITALIA, SINONIMO DI CLASSE"

23 marzo 2010 - Sabato sera a "Ballando con le stelle" è stato ospite la star della danza italiana Giuseppe Picone : l'Etoile, una carriera ultradecennale all'estero e solista nelle più importanti compagnie internazionali come l'English National Ballet di Londra, l'American Ballet Theatre di New York e il Ballet National di Nancy, ha danzato al fianco di Natalia Titova.

Durante la serata Giuseppe Picone che, tra le altre cose, ha danzato, nel 2002, per la Festa della Repubblica, per il concerto di capodanno del Teatro la Fenice di Venezia nel 2010 ed è stato ospite della serata finale del festival di Sanremo nel 2009, ha annunciato la sua partecipazione come unico ballerino italiano, al Gala Tribute to a 20th Century Dance Legend, il gran Galà in onore di Vladimir Vasiliev, l'ex direttore del Bolshoi Ballet, coreografo e ballerino russo, che si terrà il 27 marzo prossimo al New York City Center.
Numerosi i premi che ha vinto il 34enne napoletano: dal Premio Positano nel 1997 e nel 2002 al Premio Danza e Danza come miglior ballerino italiano sui palcoscenici del mondo, dal Premio Anita Bucchi come miglior interprete maschile 2005/2006 al Premio internazionale Apulia Arte 2008 fino al più recente Premio Mozart box 2008.
L'intervista all'Etoile che dopo essere stato in giro per il mondo ha deciso finalmente di stabilirsi nella capitale: "Oramai vivo a Roma da un bel po', confessa. Prima ero sempre all'estero e da anni desideravo tornare in Italia e Roma è perfetta".
Perché?
"Ci sono arrivato a quattordici anni dalla scuola di San Carlo a Napoli e mi è rimasta impressa per la sua bellezza: è molto cosmopolita e per chi come ha vissuto a Londra, New York, Amsterdam, Vienna penso sia la città più completa".
Da Napoli a Roma e poi a Londra: più si va a nord, più aumentano le possibilità?
"A Roma non mi sono diplomato perché Pierre Lacotte mi ha portato a sedici anni in Francia a fare il solista ballerino e poi a diciassette anni l'ho fatto a Londra. Per me è stato tutto un disegno del destino; non mi aspettavo che su una spiaggia a Positano nel '91 potessi essere notato da Lacotte: pazzesco".
Quali erano le tue ambizioni?
"Non sono mai stato ambizioso: il mio sogno era quello di ballare bene e assaporare la danza a tutti i livelli. Non ho mai voluto impormi, sono stati gli altri a mettermi "nel mercato" mondiale".
Parliamo del Galà in onore di Vladimir Vasiliev?
"Sono l'unico etoile italiano: per una serata così non chiamano un ballerino normale. Sarà un'occasione che mi farà vivere tre esperienze in una: tornerò a New York dopo nove anni, ballare per Vasiliev che mi conosce da quando avevo dodici anni, poter interpretare la "Lacrimosa" di Mozart, una specie di mio cavallo di battaglia che sento mio, una mia creazione, una novità. Io continuerò a rispettare i classici ma bisogna andare avanti e provare alto".
Che cosa ti hanno lasciato le prestigiose compagnie di cui hai fatto parte?
"La professionalità di chi ogni giorno lavora con rigore e disciplina seppur con tanto divertimento; ho imparato come funziona la grande compagnia, a lavorare con maestri e coreografi: se non avessi avuto queste esperienze non sarei qui".
Come italiano che cosa apporti nella danza? 
"A differenza degli altri gli italiani possiedono maggiore personalità scenica: l'italiano è sinonimo di classe e io mi sento tricolore al cento per cento".
Consapevole che purtroppo la danza a livello mediatico è parecchio sacrificata?
"Sì, però mi piace scrivere su Facebook perché so che mi possono leggere in cinquemila-diecimila giovani". Giovanni Zambito.

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