mercoledì 7 settembre 2011

A CASTELGANDOLFO 2° CONCERTO PER IL PAPA, INTERVISTA AL M° ROSSANA TOMASSI GOLKAR

24 luglio 2008 - Il prossimo 6 agosto un concerto, ad ingresso gratuito, intende rivolgere un saluto al Papa presente a Castel Gandolfo per le vacanze estive e al contempo vuole essere un omaggio alla figura di Papa Paolo VI nel trentennale della sua morte avvenuta proprio a Castel Gandolfo il 6 agosto del 1978.
Sul palco l'Orchestra Sinfonica dell'Europa Unita che, diretta dal Maestro Gerard Oskamp, unitamente ai Kronstadt Philharmoniker, il primo Organico Senior espressione d'Europa. Consta, infatti, di Professori italiani, tedeschi, francesi, olandesi, belgi, rumeni e russi, per la maggioranza prime parti appartenenti a Teatri d'Opera e ad Istituzioni Sinfoniche ben note nello scenario del Concertismo Internazionale. Al suo interno, inoltre, riserva ospitalità a Direttori d'Orchestra e Solisti imposti su scala internazionale.
Il Concerto gode dell'Alto Patronato e della Partecipazione Diretta della Presidenza della Regione Lazio, della Partecipazione della Provincia di Roma, del Patrocinio del Comune di Roma, della Partecipazione del Comune di Albano, della Partecipazione del Comune di Marino. Ecco l'intervista l Direttore Artistico M° Rossana Tomassi Golkar, Direttore Artistico nonché ideatrice dell'evento.
Maestro, Lei ha iniziato da piccola: quale aria o motivo ricorda della sua infanzia?
Ricordo semplicemente questo: avevo circa sei anni e una mia cuginetta si recava puntualmente da un insegnante di musica nella periferia romana e io l'accompagnavo con piacere; era un momento che attendevo con ansia tutta la settimana. Lei eseguiva il famoso foglio d'album comunemente noto come Per Elisa di Beethoven e io con un piano giocattolo eseguivo il primo rigo dopo averlo ascoltato dall'insegnante. Tutto è cominciato da lì finché mia madre si convinse di iniziarmi allo studio quando avevo otto anni.
Qual è  l'origine dell'Orchestra Sinfonica dell'Europa Unita?
Sentivo che il territorio dei Castelli Romani avesse bisogno di un'apertura di tipo culturale e da qui l'idea di trasportarvi un'orchestra per una stagione sinfonica stabile. Quindi si organizzò la prima edizione del concerto evento per il Pontefice raggruppando musicisti di un'orchestra messicana ampliata con elementi di altre parti del mondo. Non ci aspettavamo il tripudio ricevuto dal pubblico intervenuto in massa anche se poi in seguito ci sono state delle difficoltà superate grazie all'apporto del presidente Marrazzo.
Lei vive ai Castelli Romani, ma in una metropoli come Roma c'è un angolo più musicalmente suggestivo?
Sicuramente se me lo permettessero me ne andrei nei vicoletti della vecchia Roma; sogno di vivere in un attico a piazza Barberini o a Campo de' Fiori, ma sarebbe incompatibile con le tante ore di studio che si passano esercitandosi alla tastiera. Rimane un sogno: quello che gli altri ascoltano di bello è il compimento di tante fatiche quotidiane che posso affrontare solo qui nel mio ritiro ai Castelli.
Lei ha tenuto concerti in tutto il mondo: quale commento o domanda Le viene comunemente posta?
La riflessione che mi hanno indotto più spesso a fare è quella riguardante i miei inizi. Non ho vinto alcun concorso, da sola mi sono costruita la carriera attraverso il consenso di pubblico. Per questo motivo attraverso la nostra stagione sinfonica vogliamo offrire chance concrete ai giovani talenti in modo che non abbiano le difficoltà della nostra generazione: noi dopo il conservatorio ci sentivamo dispersi senza un punto di partenza e nemmeno quello di un arrivo prossimo o probabile.
In base a quale criterio è stata scelta la scaletta del concerto?
La scelta della scaletta è stata fatta per venire incontro a un pubblico profano e non per una nicchia di intellettuali. Il nostro fine è di far avvicinare il pubblico di piazza alla musica classica: ecco perché eseguiremo Hebriden di F. Mendelssohn, la sinfonia n. 40 di Mozart e la sinfonia n. 5 di Beethoven. Anche il prossimo concerto di Natale che farò in Campidoglio (dietro invito del sindaco Alemanno, ndr) sarà organizzato con tale criterio in modo da risultare accattivante per più ascoltatori possibili.
Lei è credente?
"Sì, assolutamente".
E la fede l'ha in qualche modo aiutata nell'organizzare l'evento?
Durante la prima edizione del Concerto ho voluto che la frase di Wojtyla Non abbiate paura fosse inserita nella brochure perché proprio quel messaggio mi ha aiutato tantissimo a superare i mille ostacoli. La fede mi ha sostenuta in ogni attimo e se non l'avessi avuta mi sarei fermata da qualche tempo: ad un certo punto mi sentivo sola ed eccessivamente ottimista nel voler realizzare un'impresa che doveva coinvolgere le istituzioni. Evidentemente Qualcuno mi ha ascoltato.
C'è un sacrificio che ha compiuto in nome della musica e che non rimpiange?
Il concertismo più che la musica richiede tanti sacrifici. Uno che non mi ha mai pesato è quello di aver rinunciato agli svaghi, alle vacanze e ai divertimenti degli anni della spensieratezza, dell'adolescenza. Un altro invece che ancora oggi mi fa riflettere è di non aver messo al mondo un secondo figlio: se tornassi indietro non mi fermerei ad uno solo. Giovanni Zambito

Nessun commento:

Posta un commento