24 maggio 2010 - La 'ndrangheta non è solo un fenomeno di malavita legata ai campi e al bestiame, bensì una potentissima organizzazione criminale con ramificazioni in tutta Europa e un giro d'affari superiore a qualsiasi SpA: la strage di Ferragosto a Duisburg l'ha fatto capire all'Europa intera. Il libro del prof. Enzo Ciconte analizza a fondo questo inquietante fenomeno mafioso ricostruendone la storia nel libro "Ndrangheta" (edizioni Rubbettino, pagg. 153, € 8,00) mentre in "Storia criminale" (pagg. 432, 14,00) analizza "La resistibile ascesa di mafia, ndrangheta, e camorra dall'Ottocento ai giorni nostri".
Sono due volumi che assieme ad altri tre (Malitalia. Storie di mafiosi, eroi e cacciatori di Laura Aprati ed Enrico Fierro, Il Gotha di Cosa Nostra. La mafia del dopo Provenzano nello scacchiere internazionale del crimine di Piergiorgio Morosini e Peppino Impastato. Una vita contro la mafia di Salvo Vitale) fanno parte di "non bacio le mani", la campagna di sensibilizzazione antimafia promossa dalla Rubbettino Editore, che invita a promuovere la lettura come strumento di conoscenza utile a contrastare i fenomeni mafiosi. Abbiamo parlato col prof. Enzo Ciconte partendo dal riferimento allo scrittore Corrado Alvaro come ideale guida per accompagnare il lettore nella conoscenza del popolo calabrese. "Il riferimento a Corrado Alvaro - ci dice - serve a mio avviso a far capire che il fenomeno della ndrangheta non è solo delinquenziale, di violenza ma anche culturale. Alvaro aveva già visto il problema in anni in cui non era chiara la differenza tra giustizia e ingiustizia e quindi può aiutare a capire perché tale presenza mafiosa non è stata avvertita come devastante sul tessuto sociale e culturale.Quanto conta la struttura familiare all'interno dell'organizzazione?
La struttura familiare ha consentito alla ndrangheta di sopravvivere intanto alla tempesta giudiziaria dei collaboratori di giustizia che invece hanno colpito la camorra e cosa nostra, mentre hanno lasciato pressoché indenne la ndrangheta. Attraverso questa struttura ha spostato pezzi delle proprie famiglie dal sud al nord e all'estero, mantenendo collegamenti stretti e consentendo di avere ramificazioni col resto d'Italia e il mondo. Singolare e terribile che tra le diverse mafie non ci sia affatto concorrenza, ma anzi collaborazione...
La struttura familiare ha consentito alla ndrangheta di sopravvivere intanto alla tempesta giudiziaria dei collaboratori di giustizia che invece hanno colpito la camorra e cosa nostra, mentre hanno lasciato pressoché indenne la ndrangheta. Attraverso questa struttura ha spostato pezzi delle proprie famiglie dal sud al nord e all'estero, mantenendo collegamenti stretti e consentendo di avere ramificazioni col resto d'Italia e il mondo. Singolare e terribile che tra le diverse mafie non ci sia affatto concorrenza, ma anzi collaborazione...
Non ci sono mai state guerra tra ndrangheta e mafia, tra mafia e camorra: hanno saputo lavorare insieme nell'elaborazione di strategie. Quando per esempio cosa nostra doveva preparare le stragi come quella di Capaci, i corleonesi hanno chiamato i calabresi per avere un aiuto. Le organizzazioni hanno la capacità di rapportarsi non solo negli atti criminali ma pure a livello economico e politico.
L'on. Fabio Granata ha asserito che all'interno della Commissione Antimafia c'è chi fa il proprio dovere e c'è pure chi controlla quello che fa la Commissione. È d'accordo?
Che la mafia cerchi di controllare l'antimafia è normale: è sempre stato cosi e la stessa cosa è stata poi portata a livello di di commissione. Nei partiti c'è una penetrazione ampia delle mafie e dunque non mi meraviglio che possa entrare anche lì. D'altronde i mafiosi sono i più esperti della mafia stessa.
Tornando alle mafie come cultura che cosa fare per i giovani?
I giovani a sud percepiscono la forza e la potenza dell'organizzazione mafiosa vista la sua presenza ancora robusta, ma la mentalità va diffondendosi anche altrove. Tengo un corso all'Università Roma Tre dove sono iscritti 410 giovani:in loro c'è la forza di saperne sempre più e prenderne maggiore consapevolezza. Giovanni Zambito.
Che la mafia cerchi di controllare l'antimafia è normale: è sempre stato cosi e la stessa cosa è stata poi portata a livello di di commissione. Nei partiti c'è una penetrazione ampia delle mafie e dunque non mi meraviglio che possa entrare anche lì. D'altronde i mafiosi sono i più esperti della mafia stessa.
Tornando alle mafie come cultura che cosa fare per i giovani?
I giovani a sud percepiscono la forza e la potenza dell'organizzazione mafiosa vista la sua presenza ancora robusta, ma la mentalità va diffondendosi anche altrove. Tengo un corso all'Università Roma Tre dove sono iscritti 410 giovani:in loro c'è la forza di saperne sempre più e prenderne maggiore consapevolezza. Giovanni Zambito.
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