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Il Clandestino ha assistito allo spettacolo al Palabrescia e il pubblico s'è rivelato entusiasta ed insaziabile, desideroso che continuasse. "E' la gratificazione più grande", ammette Loretta Goggi.
Eravamo terrorizzati perché di solito si dice il primo era meglio. Riceviamo un immediato riscontro che non ti possono raccontare né i dati di ascolto né di gradimento. Nonostante non faccia tv dal '91 se non con qualche sporadica ospitata, il pubblico continua a seguirmi: ci sono anche tanti giovani, il che significa che parlo un linguaggio moderno e non mi perdo in autocelebrazioni.
Ancestralmente la donna è sempre stata in secondo piano in un mondo maschilista, almeno fino al '48 quando abbiamo cominciato a votare, a contare, a imporci sul lavoro, a conquistare le cariche. Gli stipendi rimangono diversi per quanto riguarda i manager nonostante risultati pari se non superiori. Con tutto il rispetto dell'Islam dove la donna è posta sul piedistallo, di fatto non può studiare, curarsi, frequentare scuole miste: c'è ancora da fare in tutto il mondo.
In passato è successo con personaggi come Franca Falcucci o Nilde Iotti: oggi quelle che ci rappresentano in parte sono state scelte proprio dagli elettori, in parte imposte dai partiti. Alcune solo per motivi di età non hanno l'adeguata esperienza per stare lì.
Non sono contenta del momento che attraversa il Paese, di come sono gestiti i rapporti fra maggioranza e opposizione, con battibecchi che non hanno costruttività. La politica di un tempo così demonizzata alla fine era fatta da signori che avevano eleganza e rispetto per i cittadini.
Me l'aveva proposto anni fa il Partito Radicale: sono sempre vicina a certe tematiche e ancor di più da quando ho incontrato Gianni (Brezza, ndr). Pur non avendo alcuna tessera di nessun partito, andiamo alle manifestazioni come cittadini e non come artisti.
E' un pezzo che mi commuove sempre quando lo recito: credo di essere una brava attrice e recitare mi dà la possibilità di entrare a fondo nei personaggi reali o di fantasia. E per il futuro sto studiando l'ipotesi di tornare al musical.
Non so se il pubblico possa accettare un programma senza sbavature, liti o volgarità. Mi convincerei a farlo se ci fosse un segnale incoraggiante in tal senso: se in teatro sbagli ti tirano le scarpe, se accade in tv alzi l'audience.
Citando il suo celeberrimo evergreen "Maledetta primavera", davvero per innamorarsi basta un'ora?
Per Natale che cosa augura a noi de Il Clandestino?
Che sia meno clandestino nella ricezione da parte del pubblico e che diventi un integrato. Giovanni Zambito. (ilclandestino).
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